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05/11/2007 - Gli architetti Adriano Marangon e Michela De Poli (made associati) si sono aggiudicati il Concorso di idee per un piano attuativo di recupero di un’area attigua a via Avenale secondo le prescrizioni dettate dal Prg del Comune di castelfranco veneto (TV).
L’area oggetto di intervento racchiude in sé delle contrapposizioni in quanto costituisce il margine del primo sviluppo della città storica individuabile attraverso un articolato e denso tessuto edilizio e si pone come confine ovest del complesso sistema volumetrico ospedaliero. Inoltre è caratterizzata dalla vicina presenza di diverse tipologie di spazi verdi come il verde storico (parco Villa Revedin-Bolasco), gli spazi aperti della casa di riposo, gli ambiti dell’ospedale, che hanno il loro ulteriore sviluppo da un lato verso il territorio periurbano e agricolo dall’altro confluendo nello storico assetto del sistema murato. La viabilità è segnata da un’intensa percorrenza che ha il suo punto critico nell’incrocio tra Via Regina Corsaro e Via Ospedale nel momento in cui intrercetta gli spazi di manovra ai parcheggi di superficie che fronteggiano Ospedale e casa di riposo.
Il progetto intende utilizzare le qualità del luogo per ricomporre un equilibrio tra le diverse parti di città attuando una riqualificazione urbanistica, ambientale, paesaggistica ed architettonica capace di strutturare nell’area di intervento, un luogo urbano. Un luogo in sé complesso e multifunzionale in grado di dialogare funzionalmente e fisicamente con la città . L’intervento si propone come equilibrio tra spazi costruiti e spazi edificati dalla cui interconnessione nascono occasioni di socialità e di riqualificazione del vivere in città .
Il nuovo intervento si colloca parallelamente al torrente Arenale stabilendo dei precisi rapporti con l’intorno: delimita, dialoga, protende.
Il progetto è costituito da un sistema architettonico continuo e “frammentato” che si impone come elemento di chiusura unitario nei confronti dell’area dell’ospedale. Il fabbricato rappresenta un “argine” che completa l’ambito dei volumi ospedalieri, si sviluppa da sud a nord quasi tangente ai limiti dell’area di intervento e delimita lo spazio del nuovo parco.
Il volume si spezza e si flette al fine di mostrarsi per singole parti, piegandosi ad una scala misurata di percezione. Il suo sviluppo interagisce con lo spazio verde.
L’edificio prolunga la parte di città storicizzata dando continuità al tessuto compatto e lineare che caratterizza gli aggregati urbani delle vie principali (come le cortine edificate di Via Riccati-Borgo Treviso, via Ospedale). Il nuovo sistema si allunga quasi ad invadere il fronte della Casa di Riposo usando il verde del parco come legame tra le parti. Legame che si mantiene alla scala territoriale in quanto il nuovo parco lineare serve da trait-d’union tra il centro di Castelfranco e l’intorno permeato da itinerari ciclopedonali.
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