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30/04/2025 - Barcellona, cinque visioni contemporanee per completare la torre di Gesù Cristo: alla Casa de la Almoina, una mostra svela le proposte artistiche per l’Agnello di Dio, ultimo tassello della Sagrada Familia. Tra i protagonisti, la poetica scultura trasparente di Edoardo Tresoldi.
Tra architettura visionaria e spiritualità contemporanea, la Sagrada Familia di Barcellona si prepara ad accogliere un nuovo capitolo della sua storia. Ed è all’insegna dell’arte che si scrive questo passaggio: fino al 9 giugno 2025, la Casa de la Almoina – spazio espositivo del Museu Diocesà – ospita una mostra che presenta cinque proposte artistiche per l’Agnello di Dio destinato alla sommità della torre centrale dedicata a Gesù Cristo.
Un elemento simbolico che affonda le radici nella poetica architettonica di Antoni Gaudí, che aveva immaginato l’Agnus Dei come culmine teologico e formale della Basilica. Oggi, a distanza di oltre un secolo, la Junta Constructora de la Sagrada Família ha chiamato a raccolta cinque artisti internazionali per reinterpretare quell’icona: Edoardo Tresoldi, Andrea Mastrovito (vincitore del concorso), David Oliveira, Gonzalo Borondo e Jordi Alcaraz.
La proposta di Edoardo Tresoldi
In perfetto equilibrio tra materia e impalpabilità, la visione di Edoardo Tresoldi trasforma l’Agnello in un’entità di luce e silenzio. Con il suo linguaggio ormai inconfondibile, fatto di trasparenze e di reti metalliche che dialogano con l’aria, l’artista italiano propone un’opera che si sviluppa all’interno di un ottagono cristallizzato in nebbia argentea.
Al centro, l’Agnello trionfante – ispirato alla descrizione dell’Apocalisse – si erge in piedi, attraversato da un fascio di luce verticale che scende dal cielo. Un uovo cavo ne delinea la silhouette, simbolo di rinascita e di vita oltre il sacrificio. Il gioco tra pieni e vuoti, tra visibile e invisibile, invita a un’esperienza contemplativa, trasformando la cima della torre in un faro spirituale sospeso tra cielo e terra.
Tresoldi fonde così spiritualità e arte pubblica, dando forma a una scultura che è anche pensiero architettonico e riflessione sull’invisibile. Un gesto delicato e potente, in dialogo con la monumentalità di Gaudí e con la luce di Barcellona.
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