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21/11/2023 - La Casa Funeraria Luce, progettata da studio wok, è ricavata all’interno di un piccolo laboratorio artigianale degli anni '30, che segna l’angolo di un isolato ai limiti del centro abitato di Trezzo sull’Adda, nei pressi dell’asse che collega il cimitero cittadino con la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio.
“Luoghi e paesaggi costituiscono lo sfondo delle nostre esperienze di vita e possono influenzare le emozioni, i pensieri e i comportamenti” spiegano i progettisti. “Progettare una casa funeraria è una grande responsabilità: il momento del commiato è ricco di emozioni e di dolore; trascorrerlo all’interno di un habitat positivo può essere strumento di conforto”.
Il progetto di trasformazione si muove su due binari differenti: da un lato cerca di recuperare con piccoli interventi silenziosi i fronti pubblici e, dall’altro, trasforma il cortile interno in un giardino segreto, uno spazio contemplativo che segna lo scorrere del tempo e delle stagioni.
Lungo strada l’edificio è rigoroso e quasi muto, scandito dalla ripetizione delle paraste e delle giaciture delle finestre esistenti che vengono ridotte a feritoie orizzontali per proteggersi e garantire la massima privacy. Il nuovo ingresso anticipa l’uso pubblico dell’edificio, creando uno spazio soglia rivestito in legno di larice bruciato che definisce il passaggio tra il mondo esterno e lo spazio interno, dedicato alla contemplazione e al commiato.
Il corpo in linea è organizzato con una fascia di servizio verso ovest (lato strada) che accoglie l’ingresso, i locali igienici, un piccolo ufficio e il corridoio di distribuzione, mentre tutti gli altri ambienti si aprono verso il giardino grazie a grandi vetrate che enfatizzano la continuità e il rapporto con il giardino stesso.
Il fronte verso il giardino viene ridisegnato da una nuova facciata che riprende la quota dell’orizzonte interno; 5 telai in legno di larice bruciato si inseriscono nel passo regolare delle paraste e, grazie al loro spessore, marcano la transizione tra i due mondi e regolano privacy e luce solare.
L’atmosfera all’interno è calda ed essenziale grazie all’uso di una palette sobria e neutra di materiali naturali; un orizzonte alto 2,40 m rende lo spazio domestico e più vicino alla scala umana. All’interno delle due camere ardenti e del grande salone d’ingresso, pensato come un luogo di condivisione, il soffitto diventa tridimensionale con morbide volte accarezzate dalla luce naturale.
Le camere ardenti si compongono da due ambienti contigui, uno più intimo dedicato all’esposizione della salma e uno dove possono sostare i cari; il limite è gestito da un sistema di pareti rotanti in vetro stampato che permettono di vivere il delicato momento in maniera flessibile e personale.
Le scelte materiche, così come la selezione delle essenze del giardino, aiutano il fruitore ad immergersi in uno stato puro e quasi ancestrale, nel quale l’accostamento di elementi naturali ed imperfetti dialoga in equilibrio con il rigore misurato delle forme.
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