15/02/2022 - Lo chef pluristellato e star di Masterchef Antonino Cannavacciuolo ha aperto, insieme alla moglie Cinzia, il suo nuovo ristorante tra le colline di Vico Equense a Ticciano, sulla Penisola Sorrentina, in un edificio che in origine era una casa padronale in cui lo stesso Antonino ha passato parte della sua infanzia.
Il progetto LAQUA Countryside, firmato dallo studio torinese Lamatilde, si concretizza in un intimo Resort, all’interno del quale si trovano sei camere e il ristorante Cannavacciuolo Countryside. La costruzione è immersa in un ampio giardino che coniuga una fruizione sia pratica che estetica, giocando con il paesaggio circostante: i due orti e il frutteto integrano espressivamente l’ambiente esterno e producono materie prime locali di qualità.
Lamatilde ha seguito il progetto occupandosi del concept, della ristrutturazione architettonica – in collaborazione con l’architetto Valentina Autiero -, degli interior, dello styling e del disegno del giardino – in collaborazione con l’architetto Stefano Olivari.
La scelta dei materiali e delle lavorazioni, l’impiego del coccio pesto, delle pietre calcaree raccolte dal terreno e il recupero delle piastrelle originali dell’edificio, rimandano fortemente al luogo e alla tradizione. Il restauro degli elementi architettonici originali preesistenti nella struttura viene affiancato dal prestigio di nuovi materiali e processi di produzione, come le pannellature in ottone brunito e la scelta degli arredi, aggiungendo valore agli interni.
I personaggi che vivevano la casa diventano l'espediente narrativo per caratterizzare l'allestimento delle sei stanze, individuando e immaginando le loro sensazioni ed emozioni, poi tradotte in ambienti attraverso oggetti e materiali specifici. La Stanza della Nonna, la Stanza del Tuttofare, la Stanza dello Zio Matto, la Stanza del Curato, la Stanza di Annarella e la Stanza di Marina: ogni camera è definita da un suo stile e una sua storia, offrendo agli ospiti la possibilità di soggiornare all’interno di sei racconti diversi.
I rivestimenti rappresentano l’elemento architettonico che maggiormente racconta il legame con il territorio e con la tradizione. Tutta la pavimentazione è realizzata in coccio pesto, una tecnica tradizionale con cocci di ceramica rotti, che veniva utilizzata in Campania fin dall'epoca romana. Le superfici sono impreziosite da inserti in marmo Calacatta Oro e Rosso Montecitorio. Parte delle piastrelle originali dell’edificio, inoltre, sono state restaurate e redistribuite negli spazi della struttura.
Lo scalone principale, anch'esso restaurato, è un omaggio alla cultura campana e all'estro artistico della famiglia Cannavacciuolo, con una collezione di sculture create dal padre di Antonino, noto chef e scultore. I pannelli di rivestimento che caratterizzano la sala sono realizzati in ottone brunito, poi spazzolato sul lato inferiore per ottenere delle sfumature ondulate che impreziosiscono l’allestimento ed esaltano la percezione di un unico oggetto continuo.
Affacciandosi all’esterno, anche il resto del progetto è stato guidato dall’utilizzo di materiali di recupero e da un forte legame con il territorio. I muri che sostengono le quattro terrazze del giardino sono costruiti con pietre calcaree raccolte dalla pulizia del terreno, secondo le antiche usanze contadine in uso da secoli in questa zona della Campania.
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