04/03/2021 - Il concept architettonico del nuovo campus universitario di Lodi si fonda sul rispetto e la valorizzazione del paesaggio naturale. “La struttura favorisce un maggiore senso di comunità e accoglienza, in sinergia con l’ambiente circostante” afferma Gustavo Gandini, Presidente del Comitato di Direzione della Facoltà.
Grandi spazi e pozzi di luce a soffitto: una sfida progettuale risolta con il sistema costruttivo offsite NPS® di Tecnostrutture.
La Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano ha iniziato le proprie attività nel Campus di Lodi il primo ottobre 2018, ospitando circa 2.400 persone tra studenti e personale docente e non docente.
Il nuovo Campus universitario di Lodi, progettato dell’Archistar Giapponese Kengo Kuma, rappresenta un cluster nel settore veterinario, zootecnico e biotecnologico tra i più avanzati a livello nazionale e internazionale. La nuova struttura occupa una superficie coperta di circa 20 mila m², di cui 13 mila per studi, laboratori di ricerca e locali di supporto e 7.300 per aule, biblioteca e servizi generali.
L’edificio è stato progettato “aperto”, rivolto alla natura, in modo da diventare parte intrinseca del contesto circostante. Un legame con l’ambiente naturale che facilita gli studenti nei processi di apprendimento. La Roggia Morlana, tradizionale elemento di questa parte della pianura padana attraverso il campus, ed è quindi diventata elemento familiare per tutti. Una struttura moderna in grado di dialogare con la natura circostante.
Il Presidente del Comitato di Direzione della Facoltà di Medicina Veterinaria, Gustavo Gandini, dichiara che “le grandi vetrate, che consentono alla natura di entrare all’interno dell’edificio durante tutte le stagioni, permettono al paesaggio di farsi parte integrante del progetto stesso.”
Materiali scelti e domotica
Il concept architettonico di Kengo Kuma, fondato sullo stretto legame con l’ambiente circostante, si è riflesso anche nella scelta dei materiali: legno, pietra e vetro, per sfumare il più possibile la percezione del confine tra architettura e natura. “Scelte estetiche ed ecologiche che unite alla forte presenza di luce naturale - afferma Gustavo Gandini - e alle nuove tecnologie messe a disposizione nelle diverse aule del campus, permettono una didattica più piacevole ed efficace rispetto alla vecchia sede.”
Le aule didattiche del Polo di Lodi sono dotate di sistemi di domotica - per il controllo semplificato e la gestione centralizzata dell’illuminazione, dei dispositivi e degli apparati tecnologici installati - di schermi con funzioni touchscreen, strumenti BYOD (Bring Your Own Device) per la condivisione e fruizione wireless, collettiva e individuale, dei contenuti didattici, apparati per la videoregistrazione di lezioni d’aula e per il collegamento in audio-video tra più aule (room-combining).
Luce e spazi versatili
Studenti e docenti hanno a disposizione un’ampia aula magna e possono usufruire di un’aula polifunzionale dotata di arredo versatile - per assicurare configurazioni d’uso differenti in base a stili di insegnamento e apprendimento multimodali - di schermi con funzioni touchscreen e di strumenti per l’interazione collaborativa tra gruppi di apprendimento.
Spazi ampi realizzati grazie all’utilizzo di travi autoportanti NPS® di Tecnostrutture. Il sistema costruttivo offsite di Tecnostrutture ha consentito di concretizzare lo sfidante concept architettonico di Kengo Kuma che prevedeva grandi openspace, in alcuni casi con soffitto inclinato, in altri con pozzi di luce a soffitto. Il tutto in modo semplice ed in tempi record, completando un piano ogni cinque giorni.
L’utilizzo di ampi spazi con grandi luci che si affacciano alla natura, creano un senso di familiarità con gli edifici, che, - come afferma il prof. Gustavo Gandini - “grazie alle loro caratteristiche architettoniche legate all’ambiente naturale circostante, portano gli studenti e chi vi lavora a passare molto più tempo del previsto nel campus”. Si sviluppa quindi un legame molto forte tra chi frequenta il campus, favorendo il senso di comunità.
Il campus oggi: un legame sinergico con la natura
Nel marzo 2019 ha avuto luogo un’importante presentazione sulla scena internazionale con la visita da parte dell’European System of Evaluation of Veterinary Training (ESEVET), che ha entusiasticamente apprezzato la nuova sede e la sua innovativa struttura architettonica.
L’elemento che ha colpito subito i membri della Facoltà e gli studenti, e che continua a stupire i nuovi visitatori, sono i suoi grandi affacci sulla natura che circonda il polo didattico, una natura costituita da semplici campi coltivati ma che entra a far parte dell’edificio.
“Prima della pandemia COVID-19, - dichiara Gustavo Giandini - ho osservato che il Polo Didattico con le sue caratteristiche architettoniche favorisce un maggiore senso di comunità, legato alla forte accoglienza dell’ambiente che spesso invita, nelle belle giornate, a restare in Facoltà più a lungo di quanto strettamente necessario.”
Un legame con l’ambiente naturale che facilita gli studenti nei processi di apprendimento. La Roggia Morlana, tradizionale elemento di questa parte della pianura padana attraverso il campus, ed è quindi diventata elemento familiare per tutti. Una struttura moderna in grado di dialogare con la natura circostante.
“Aspettiamo che gli alberi da poco piantati crescano, per vedere ancora più forti queste integrazioni e interazioni tra edificio e natura” conclude Gustavo Gandini. Quindi non ci resta che attendere il naturale corso della natura.
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