31/05/2019 - Appena nominato senatore a vita, Renzo Piano ha deciso che avrebbe dato un senso alla sua carica occupandosi di un grande progetto per il nostro Paese: le periferie, un campo di lavoro dove l’architettura può compiutamente recuperare la missione etica e civile che geneticamente le appartiene.
È questo il campo d’azione di G124, progetto che Piano ha ideato e finanziato con l’obiettivo di innescare interventi di “rammendo e rigenerazione urbana”. Il gruppo di lavoro è costituito da giovani architetti (tutti sotto i 35 anni e retribuiti con lo stipendio del Senatore) coordinati da tutor e aiutati da altre figure professionali (sociologi, antropologi, economisti, critici, urbanisti...), hanno il compito di produrre studi di rammendo su una periferia in un anno di lavoro.
A Padova è stato piantato il primo seme del programma di rigenerazione con l'inaugurazione del primo progetto portato a termine sulle periferie al quale il gruppo G124 ha lavorato per più di due mesi: la sistemazione di spazi nella parrocchia di San Carlo, nel quartiere periferico dell’Arcella.
L’apertura di due aule studio all’interno del patronato, promossa dalla parrocchia di San Carlo e sostenuta dall’Università di Padova assieme alla Coalizione Civica, al Comune di Padova e alla Fondazione Cariparo, è stata la scintilla che ha permesso la collaborazione tra parrocchia e università e che ha determinato la scelta dell’area di progetto. "Vivendo gli spazi della parrocchia e confrontandosi con le persone e le associazioni coinvolte, sono emerse delle criticità relative ad alcuni dei suoi ambienti; la decisione progettuale è stata quella di concentrare l’intervento su un numero limitato di spazi, nello specifico l’ingresso, il bar, il corridoio e la sala polivalente con l’annesso cortile. A fronte dell’arrivo di più di cento studenti che hanno iniziato a frequentare periodicamente gli spazi della parrocchia, si è riscontrata una scarsa capacità di accogliere effettivamente queste persone e la percezione degli spazi della parrocchia come luoghi di transito, dei “non-luoghi”, affermano i tre borsisti del G124 Marco Lumini, Francesca Memo e Alberto Michielotto, coordinati da Edoardo Narne, professore di progettazione architettonica all'Università di Padova.
Gli interventi previsti dalla strategia sviluppata sono stati mirati quindi a creare un senso di accoglienza, valorizzare e creare dei momenti di incontro, donare dignità ad ambienti oggi poco sfruttati e rafforzare in questo modo il senso di identità ravvivato dall’arrivo dei giovani.
Il gruppo G124 di Padova è stato affiancato dallo “IEA MADE”, un laboratorio di autocostruzione a cui hanno partecipato trenta studenti di tutti gli anni della Scuola di Ingegneria Edile-Architettura di Padova, che hanno aiutato nella realizzazione degli interventi, confrontandosi per la prima volta con la fase esecutiva del progetto.
Non solo gli studenti dell’università, ma anche alcune imprese locali, i parrocchiani e la comunità hanno offerto gratuitamente il loro aiuto e il loro tempo creando una particolare sinergia.
Le attività che si svolgono all’interno degli spazi del complesso spaziano da quelle legate alla spiritualità a funzioni laiche di incontro della collettività.
L’ingresso della parrocchia è stato trasformato da luogo di passaggio e di confusione a luogo accogliente e di incontro. Per fare ciò di fondamentale importanza è stata la demolizione del muro della vecchia biglietteria, in disuso da tempo, allargando notevolmente lo spazio e dando un segnale forte della direzione che voleva prendere il progetto: valorizzare il senso di accoglienza che questi luoghi possono generare.
Per quanto riguarda il bar l’intervento si è concentrato sul restyling dei suoi interni e sulla creazione di una piccola emeroteca.
Nella sala polivalente sono stati costruiti dei dispositivi mobili, le “magic boxes”, che permettono diverse configurazioni spaziali e al contempo contengono le sedute ed altri elementi di arredo che prima creavano confusione.
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