14/05/2019 - CEDIT – Ceramiche d’Italia presenta Policroma, la nuova collezione di grandi lastre ceramiche firmata da Cristina Celestino. Con questo progetto la designer propone una combinazione che coniuga i canoni stilistici della classicità con un codice espressivo contemporaneo. Il repertorio di grandi lastre che compone la collezione presenta motivi che traggono ispirazione da due distinte fonti: la tessitura venata di alcune specifiche rocce metamorfiche rare e le campiture cromatiche del marmorino. Due materiali che, seppur a diverso titolo, si riferiscono alla storica cultura italiana dell’edificare.
Abbiamo chiesto a Cristina Celestino di raccontarci Policroma, dell'incontro con il brand e qual è stata l'ispirazione per questo progetto.
Policroma è la prima collezione che realizzi per CEDIT . Com'è nato l'incontro con il brand? La storia ed il savoir faire di CEDIT - Ceramiche d’Italia, marchio del gruppo Florim Ceramiche, sono state sicuramente due delle prerogative che mi hanno spinto a mettermi alla prova e ad accettare la proposta dell’azienda. Sono abituata a lavorare con i rivestimenti ma ho sempre lavorato con manifatture artigianali, il salto di scala alla produzione industriale e su grande formato è stata sicuramente una prova stimolante per il mio metodo progettuale. Policroma, nasce dall'incrocio tra il mio immaginario narrativo, frutto di una ricerca in settori trasversali come design, architettura e moda, e la storia, le potenzialità tecnologiche e l'heritage di CEDIT - Ceramiche d’Italia.
La collezione si esprime attraverso "materia" e "geometria". "Materia" delle rocce metamorfiche e del marmorino riprodotta sulla ceramica; "Geometria" intesa come cornice ad arco a tutto sesto che delimita la lastra.
Qual è l'ispirazione per questo progetto? Per questo progetto sono partita da spunti progettuali a me molto cari come i pannelli in marmorino incorniciati dalle lamiere in ferro, utilizzati da Carlo Scarpa in svariate architetture come gli allestimenti del Museo di Castelvecchio a Verona, l'uso grafico del marmo che fa Adolf Loos in molti suoi progetti e il tema delle boiserie e delle pannellature in marmo tipiche degli androni Milanesi. Nella collezione sono state riprodotte superfici marmoree e in marmorino entrambe bordate dal tema della cornice di colore nero. I marmi sono tutti italiani rari e in via d'estinzione come il Rosa Valtoce, utilizzato per il Duomo di Milano, o il Cipollino Ondulato. Infine i formati scelti che vanno a valorizzare anche le peculiarità di CEDIT sono la grande lastra, il formato quadrato che si presta per l'utilizzo a boiserie e il listello suddiviso in piccole campiture, che può diventare cornice o se utilizzato in autonomia diventa un mosaico contemporaneo.Nel tuo percorso hai realizzato numerosi progetti che spaziano dall'architettura d'interni al pezzo d'arredo. Cosa significa confrontarsi con una tipologia di progetto - il rivestimento - che dialoga da un lato con lo spazio esistente e dall'altro con i singoli elementi d'arredo? Credo che il rivestimento, in particolare quello di grande formato, legato all'architettura e all'interior abbia grandissime potenzialità, ho quindi cercato di caratterizzarlo al massimo con riferimenti colti provenienti dal mondo dell'architettura, del design e della moda. La capacità di riprodurre e reinterpretare il touch delle superfici ceramiche in altri materiali mi hanno molto affascinata e ho deciso di esplorare questa abilità tecnica del marchio CEDIT per ottenere superfici che indagano il mondo del marmo e del marmorino. Le composizioni dei formati, delle geometrie e dei colori permettono di ottenere infinite combinazioni di rivestimenti assolutamente contemporanee che si prestano agli usi più svariati nell'interior, riuscendo a dialogare contemporaneamente con lo spazio e con i singoli elementi che lo compongono.
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