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Iris Tondo

Pratic 2.0: l'ampliamento del reparto produttivo by GEZA
La pelle riflettente dissolve il nuovo volume nel cielo
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05/04/2019 - La sede della Pratic SpA è un insediamento industriale in cui l’architettura per la produzione diventa un contributo al paesaggio e ne rafforza l’identità. L’intervento di GEZA - Gri e Zucchi Architetti Associati coinvolge e integra volumi industriali e vasti spazi aperti. Gli edifici si relazionano con la terra e con il cielo, con la luce e l’ombra. Le funzioni produttive e direzionali si relazionano con il paesaggio senza mimetismi, e gli spazi sono disegnati con l’obiettivo di instaurare un dialogo costante tra interno ed esterno.

L’edificio si trasforma così in un landmark confortevole e funzionale. L’impianto tipologico comprende un edifico per uffici, uno showroom, laboratori di ricerca e innovazione, spazi per la produzione, verniciatura e magazzini, uno spazio wellness per i dipendenti. Tutte queste funzioni sono collegate dal disegno degli spazi aperti e dei parcheggi, definiti dagli argini modellati lungo le strade, dagli spazi dedicati al relax e all’incontro, dal controllo delle viste sul paesaggio. È un edificio industriale in continua relazione con il paesaggio naturale.

Pochi anni dopo la sua inaugurazione, nel 2011, la Pratic raddoppia. Stessi clienti e stessi architetti che credono negli stessi valori: semplicità ed efficienza.
L’ampliamento della Pratic, costruito in aderenza all’edificio industriale del primo lotto, è un progetto complesso, nonostante dimostri all’apparenza un carattere essenziale. Si tratta di un edificio a pianta rettangolare di circa 9.000 mq che completa e migliora il reparto produttivo esistente costruito nel 2011.

Le funzioni contenute sono una moltiplicazione omogenea dell’intero programma precedente: uffici, servizi, mensa, wellness area, produzione, magazzini, impianto di verniciatura, oltre a parcheggi e aree di servizio inseriti nel rigoroso disegno degli spazi aperti.

Il nuovo edificio è costituito da due semplici elementi: il ritmo dato dalle finestre, che si ripete e dichiara la continuità con l’esistente, e la pelle riflettente, che dissolve il nuovo volume nel cielo.

Il primo lotto della Pratic, di colore nero e materico, sembrava uscire dal terreno radicando l’edificio nel luogo; il secondo lotto, sempre di colore nero ma riflettente e cangiante, specchia il paesaggio e la luce restituendo immagini sempre differenti, legate alla variabilità atmosferica.

L’una “pesante” e permanente, alla ricerca dell’eternità, l‘altra “leggera” e mutevole, pronta a dissolversi nel cielo: l’edificio ha completato la muta della sua pelle. Il rivestimento delle facciate è composto da un unico materiale, in un unico formato: un pannello in policarbonato di 4 cm di spessore e circa 10 m di altezza, applicato esternamente ai pannelli prefabbricati in calcestruzzo. Il rivestimento è di produzione industriale ma realizzato ad hoc per questo progetto.
Al fine di ottenere una facciata riflettente se osservata da lontano e “profonda” se osservata da vicino, è stato realizzato un pannello con due diverse tipologie di policarbonato. Il lato posteriore presenta una mescola opaca, che non lascia passare la luce, mentre sulla parte frontale della facciata la mescola è “frozen” con colorazione nera in percentuale.
Così facendo la struttura portante del rivestimento dell’edificio risulta essere completamente nascosta, e la verticalità del nuovo prospetto in ampliamento costruisce un interessante dialogo con il rivestimento a pannelli in calcestruzzo nero dell’edificio esistente. Si ottiene così un passaggio di scala percettivo: da lontano l’edificio ha una misura che lo relaziona alla natura, riflette il cielo e sembra rivestito di enormi lastre di vetro, mentre da vicino i pannelli con trama verticale fitta e sottile, oltre alla loro lieve profondità, lo rendono piu “leggero” mantenendo un dialogo con la preesistenza. La specchiatura dei pannelli inoltre assicura così una continua variazione cromatica delle facciate, che in base all’ora del giorno e al variare dell’intensità luminosa può apparire di colore nero, dorata, metallica, opaca, lucida. Infinitamente mutevole.

L’intero insediamento è inserito nel disegno architettonico del paesaggio e degli spazi aperti. Luoghi pensati per il relax, percorsi di ingresso pedonale e parcheggi sono racchiusi nel disegno degli “argini modificati” che inseriscono sottili variazioni di pendenza rispetto alle strade di percorrenza e di accesso. In questo modo, utilizzando elementi che caratterizzano il paesaggio friulano, il progetto si inserisce nel terreno in modo chiaro, evidenziando la forma e la geometria del territorio. Questo edificio dimostra che l’architettura industriale può aggiungere valore al paesaggio e migliorare la qualità del luogo di lavoro, ed è una grande occasione per ripensare al binomio architettura/natura, rimettendo l’uomo al centro.

 


  Scheda progetto: PRATIC 2.0
Javier Callejas
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  Scheda progetto: Pratic
Fernando Guerra
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