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Ivrea è patrimonio mondiale dell’Unesco. Il 54esimo in Italia
Seguì l’utopia umanistica di Adriano Olivetti e fu un modello di città industriale
Autore: rossana vinci
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L'imprenditore e filantropo italiano Adriano Olivetti (1901-1960) ritratto di fronte alla fabbrica di Ivrea – Credits: Keystone Features/Getty Images L'imprenditore e filantropo italiano Adriano Olivetti (1901-1960) ritratto di fronte alla fabbrica di Ivrea – Credits: Keystone Features/Getty Images
05/07/2018 - Il 42° Comitato del Patrimonio mondiale Unesco, che si è svolto a Manama (Bahrein) dal 24 giugno al 4 luglio 2018 ha assegnato il 54esimo riconoscimento all’Italia, Paese al mondo che ne detiene il numero più alto, in questo caso a Ivrea. La Cina, con 52 siti Unesco, ci segue a ruota.
 
È nel 2008, su iniziativa del Comune di Ivrea e della Fondazione Adriano Olivetti, che nasce l’idea di proporre la candidatura di “Ivrea Città Industriale del XX secolo” a Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Nell' ormai lontanissimo 1908 ad Ivrea nasceva la Olivetti, frutto del sogno all’epoca utopico del suo fondatore Adriano Olivetti, non un semplice marchio, ma un grande progetto sociale ancora oggi innovativo, che implicava una nuova relazione tra imprenditore ed operaio, oltre ad un nuovo rapporto tra fabbrica e città.

A cavallo tra gli anni ’30 e gli anni ’60 del 1900, Ivrea diviene così il fulcro delle più avanzate riflessioni in campo industriale e socio-economico, architettonico e urbanistico che hanno contribuito a rendere Ivrea una città all’avanguardia, a partire dalla prima fabbrica in mattoni rossi fino ai nuovi e rivoluzionari modelli sociali, costruiti attorno all’utopia umanistica posta come filosofia aziendale.




Complesso Olivetti, Ivrea - Luigi Figini e Gino Pollini 


Il concetto di “Comunità” alla base del modello alternativo e unico di città industriale, racchiude in sé, infatti, valori umani, ambientali e architettonici che hanno fatto di Ivrea la città industriale per eccellenza del XX secolo. Un modello di lavoro e un modello di vita che ha fatto coesistere armonicamente lo spazio economico-produttivo e quello sociale.
 
Oltre ai padiglioni per la produzione e a quelli logistici e amministrativi, Ivrea si è sviluppata arricchendosi di spazi residenziali e di servizi, fino a dare il via a un vero e proprio lifestyle, sorretto anche dal Movimento comunità, il partito fondato dallo stesso Adriano Olivetti.

Città industriale di Ivrea. Foto tratta dal sito www.ivreacittaindustriale.it 


“Olivetti ha scritto pagine importanti della storia industriale, con la sua capacità visionaria di anticipare il futuro, cambiando la vita di intere generazioni e il concetto di impresa attraverso scelte etiche coraggiose e una profonda coscienza della morale sociale – ha affermato Riccardo Delleani, amministratore delegato di Olivetti, durante l’inaugurazione della mostra per i 110 anni dell'azienda – Il design, l’organizzazione industriale, il ruolo degli intellettuali, il valore dell’arte e la ricerca tecnologica sono sempre stati gli strumenti utilizzati per proporre e creare un modello di produzione e di vita migliori.”

Ma Ivrea, al di là dei sogni di ispirazione sociale di Adriano Olivetti, è anche retaggio celtico prima e romano poi, ed è anche architettura barocca e tardo barocca anche se l’edificazione a cui ha dato la spinta Olivetti è piaciuta molto gli Organismi dell’Unesco che ha valutato positivamente la candidatura.


Le locandine pubblicitarie di Olivetti prodotte tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60.


 

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