19/05/2017 - L’architetto Monica Zambenedetti ha scelto il parquet Segato d’Acero di Cadorin per il pavimento, le scale e ogni rivestimento a parete: “Cercavo qualcosa che non stancasse, per poterlo utilizzare ovunque, e con il Segato d’Acero è stato così: grazie alle sue venature e ai toni di grigio e nocciola, non stufa mai ed è proprio questo che cercavo”.
Entrando in questo splendido chalet in Val d’Aosta ai piedi del Monte Bianco, ci si sente avvolti dal calore del legno utilizzato come parquet, scale, boiserie e rivestimento delle porte in tutti gli ambienti. Ci si scalda letteralmente il cuore, senza però sentirsi oppressi da legni classici e stancanti dai colori stravisti e da stili ormai superati. Tutto ciò grazie alla scelta azzeccata dell’architetto Monica Zambenedetti, che ha curato l’intervento insieme all’architetto Luca Ferraris dello studio Inart di Courmayeur, che ha prediletto il Segato d’Acero di Cadorin, un legno dalle grandi novità per le proprie variegate venature che emergono grazie alla raffinata finitura ideata da Cadorin Group.
Si tratta di uno chalet in una zona residenziale di Courmayeur da dove si gode della magnifica vista del Monte Bianco, del Dente del Gigante e delle Aguille Noir. “L’edificio - spiega l’architetto Monica Zambenedetti - si sviluppa su due piani: al piano terra, articolato secondo il movimento del terreno, si trovano le camere da letto, di cui una su soppalco, i bagni, la cucina e il soggiorno, che è il vero cuore della casa. Qui un grande camino in pietra è il fulcro dell’ambiente. Niente tv: si è voluto privilegiare il ritrovarsi attorno al camino ascoltando musica e guardando la vitalità del fuoco, chiacchierando tra amici o in famiglia anziché restare coinvolti dai programmi televisivi. Al piano interrato si trova una grande taverna, il bagno lavanderia e un secondo soggiorno.
I tempi di costruzione che la geografia del territorio ha imposto sono stati particolari: la neve ha rallentato e sospeso i lavori per parecchi mesi, il rispetto della zona turistica ha imposto ciclicamente alcune settimane di sospensione dei lavori per rispetto della presenza del turista. La stessa composizione del terreno, inoltre, ha determinato più volte imprevisti e rallentamenti.
A fronte di tutto ciò il risultato è una villa costruita dalle fondamenta al tetto. Disegnata e progettata internamente ed esternamente con tutte le personalizzazioni ritenute importanti. La sagoma ha uno sviluppo non canonico: un bowindow rivolto a sud ovest dà luce a tutto il soggiorno e la cucina unisce due parti inizialmente separate.
È stato scelto di rivestire tutto l’esterno in pietra locale a spacco mentre il tetto è in lose per integrare la costruzione con i linguaggi locali. La scelta del legno per serramenti e balconcini è stata fatta con la stessa logica di materiali locali, con trattamenti bio rispettosi dell’ambiente e fatti per durare nel tempo.
Le scelte all’interno di questo progetto sono state guidate dal desiderio di creare un ambiente montano caldo e accogliente, un ambiente che sapesse di “casa”, nel quale “essere” a casa.
L’uso del legno è stato fondamentale. L'architetto Zambenedetti voleva un materiale caldo, di qualità, duttile, lavorabile sia a pavimento sia come rivestimento. È stato scelto il Segato d'Acero nella finitura Sorgente di Foresta della Collezione Listoni d’Epoca di Cadorin. "Questo parquet -- spiega l'architetto -- ha delle venature e dei toni di grigio e di nocciola perfetti per quello che volevo realizzare. Cercavo un materiale naturale, sincero, ma non invadente. Volendo usare il legno in varie situazioni, pavimenti, pareti, soffitti, scale e porte comprese, dovevo evitare una tipologia di legno troppo “protagonista” che potesse stancare. Tutto l’insieme contribuisce a creare un atmosfera completa ma, mi auguro, non ripetitiva. Le venature del legno, sempre diverse e nuove, sono fondamentali in questo senso".
Una caratteristica di questa realizzazione è di certo la scala. "Era molto importante - racconta l'architetto Zambenedetti - riuscire ad ottenere dei gradini completamente in legno, sia nella parte calpestabile che nella parte inferiore a vista. La costa quadra, diretta e asciutta, era perfetta per contenere la sua stessa illuminazione. Insieme a Rita Cadorin, Direttore Marketing e Sviluppo di Cadorin, abbiamo studiato l’inserimento di un profilo per ottenere la scomparsa del profilo stesso lasciando una pulizia assoluta nei gradini. La luce viene dall’alto e cade sulla pedata dei gradini. È un dettaglio, un dettaglio che fa la differenza".
L’architetto Monica Zambenedetti nel suo lavoro si confronta con diverse scale di progettazione: da quella molto piccola del design di gioielli (è completamente firmata da lei la produzione di Alchimia Gioielli Creativi) a quella dell’architettura, passando attraverso modulazioni intermedie di arredi su misura e di spazi di lavoro.
“Tutto ciò – spiega – mi porta ad avere attenzione ai particolari senza distogliere l’attenzione dalla fruibilità complessiva. Il mio ambito di progetto ideale è sempre riferito al contatto con la persona, che sia un gioiello o uno spazio da vivere. L’interesse principale è progettare oggetti e spazi semplici, comodi, utili. Trovo identificazione nell’eliminazione di quanto superfluo piuttosto che nell’aggiungere ripetutamente. Certo non è un concetto nuovo ma nell’offerta smisurata di mezzi e tecnologie ritengo doveroso e responsabile saper scegliere. Mi piace quando un mio progetto viene descritto come una bella idea, utile, semplice e pratica. E se poi riesco a strappare un sorriso, con un pizzico di ironia, allora mi sento soddisfatta”.
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