20/03/2014 - Ha aperto a dicembre a Sofia il nuovo showroom di arredamento Nido, progettato da Mirko Tattarini di Lagos Design Studios. Ispirato al recupero delle forme dell’architettura spontanea, gioca di contrasto con lo spazio originario, in una moltiplicazione di punti di vista e ambienti intimi.
La rievocazione di un villaggio archetipico, esempio spontaneo e allo stesso tempo consolidato di una delle forme più celebri dell’architettura vernacolare, è lo spunto da cui è partito Lagos Design Studios per riprogettare gli interni del nuovo showroom Nido, uno dei maggiori negozi di arredamento di Sofia e della Bulgaria, da sempre rivenditore ufficiale di grandi marchi della tradizione del design italiano.
Il nuovo spazio, 500 mq caratterizzati da un’architettura in vetro e acciaio, è una successione di casette in legno dal tipico tetto a due falde. Pensate come struttura nella struttura, in un continuo rimando con l’orizzonte più ampio e freddo dello spazio ospitante, le casette delineano con i loro passaggi e le loro intersezioni un percorso solo all’apparenza disarticolato.
E’ il visitatore a scoprirne, quasi fosse un gioco, le connessioni e i rimandi: passando di scala in scala, di pontile in pontile, è lui a fare la scoperta diretta delle nicchie informali che si aprono all’interno delle case, dove l’abitare si fa più intimo e colloquiale e ogni ambiente sollecita uno slittamento progressivo di punti di vista. Infinite relazioni spaziali si realizzano così, attraverso le finite dimensioni delle singole unità. Gli spazi sono separati e connessi ad un tempo in un’esperienza di retail esplorativa, che diventa in parte domestica dove si scovano scorci in cui la casa si disvela nei suoi aspetti primitivi di villaggio, caverna, nido.
Allo stesso modo il soffitto dell’involucro, tetto sui tetti, scuro e punteggiato di luci, avvolge le sommità in una notte indoor, ulteriore richiamo ad una familiare primordialità. Le luci a sospensione, calate fino a penetrare le aperture praticate sui tetti, ricordano di moschee e bagni turchi, blanda concessione ad una parte della tradizione architettonica della Bulgaria, un tempo parte dell’impero Ottomano.
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