(c) Getty Images For Prada
02/12/2013 - Il Palais d’Iéna ospita fino al prossimo 19 febbraio 2014 la mostra "Auguste Perret, otto capolavori!/? - Architetture di cemento armato", organizzata dal CESE - Consiglio Economico Sociale e Ambientale) in collaborazione con Fondazione Prada. A curarne il progetto scientifico Joseph Abram, professore à l’École Nationale Supérieure d’Architecture di Nancy e ricercatore presso il Laboratoire d’Histoire de l’Architecture Contemporaine; a progettarne l'allestimento un curatore artistico d'eccezione: Rem Koolhaas, dello studio AMO OMA.
La mostra è allestita nella sala ipostila del Palais d’Iéna che rappresenta una delle opere realizzate da Perret, oggetto dell'esposizione; questa intende focalizzare l'attenzione del visitatore su otto importanti edifici, progettati dall'architetto francese: l’edificio de la rue Franklin (1903), il Théâtre des Champs-Elysées (1913), l’église Notre Dame du Raincy (1923), la salle Cortot (1928), il Mobilier national (1934) e il Palais d’Iéna (1937); a Le Havre, l’Hôtel de Ville (1950) e l’église Saint Joseph (1951).
Oltre agli otto capolavori è possibile prendere visione di un cospicuo materiale documentario che include: circa cento disegni di architettura originali, immagini fotografiche scattate dallo Studio Chevojon, che vanta una collaborazione decennale con Perret, una serie di modelli ed una collezione di documenti biografici tra lettere, libri, oggetti e riviste.
La scelta di organizzare l'iniziativa all'interno del Palais d'Iéna, accompagnata da un intero programma culturale che prevede workshop, incontri, proiezioni e concerti, si colloca nell'ambito del piano d'azione promosso dal CESE, il cui presidente, Jean-Paul Delevoye, ha dichiarato:
"Il Conseil économique, social et environnemental si è impegnato dal 1959 a rendere il Palais d’Iéna costruito da Auguste Perret un luogo vivo e aperto a tutti, in grado di accogliere e rappresentare la diversità delle attività umane: attraverso la riflessione e il dibattito per costruire dei valori condivisi grazie al dialogo, con l’aiuto dell’arte e della cultura per aprirsi alle differenze condividendo emozioni ed esperienze. In una società un po’ disorientata che guarda il futuro con angoscia e avverte il mondo cambiare rapidamente e in profondità, senza conservare né l’esperienza né la comprensione di questo mutamento, l’arte ha il ruolo di interpellarci e di spingerci verso il futuro. Mi auguro che questa mostra, che crea un incontro tra le opere più importanti di Perret e la nostra sede, s’inserisca a pieno titolo all’interno del percorso d’apertura del CESE verso progetti culturali e artistici".
|