11/05/2010 – È stata inaugurata presso Palazzo Reale di Napoli l'8 maggio passato, e sarà visitabile fino al prossimo 24 maggio, la mostra degli ottanta progetti pervenuti al Concorso di idee per la riconfigurazione spaziale della Cattedrale del Castello Aragonese di Ischia.
Lo scorso 2 ottobre, durante il 14esimo Incontro Ischitano di Architettura Mediterranea, lo studio d’architettura romano NETXARCHITETTI (Elisabetta Avallone, Giulio Forte, Simone Orsi, Andrea Sciolari e Gabriella Colucci) veniva proclamato vincitore del concorso internazionale, seguito dai livornesi Stefania Franceschi & Leonardo Germani Architetti Associati e dal team italo-portoghese PARATELIER+TERNULLOMELO (Lisbona), rispettivamente secondi e terzi classificati.
La competizione, bandita dall’IsAM (Istituto per l’Architettura Mediterranea), chiedeva ai partecipanti di individuare soluzioni innovative per la copertura dell’antico edificio religioso, ridotto a rudere dai bombardamenti inglesi nel 1809. Alla gara avevano preso parte ben 300 professionisti provenienti da 7 paesi diversi (Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Germania, Svizzera e Italia). La Giuria era stata presieduta da Alberto Ferlenga e composta da Antonio Tejedor, Antonello Monaco, Efisio Pitzalis, Paola Marone e Nicola Mattera (segretario).
“Il complesso architettonico del Castello Aragonese è un sistema in cui luoghi ed edifici, piani orizzontali e coperture, rampe e passaggi si presentano come un’unica entità dove la sovrapposizione di spessori e materie simboleggia un ideale tentativo di reintegrazione dell’architettura, nel suo passaggio a rudere, con il mondo naturale. L’alfabeto dei tetti nella sua varietà, definisce un paesaggio di “scaglie” di misura e forma diverse, appoggiate sull’ isolotto di roccia trachitica. Da questa immagine di frammentarietà, luminosamente variegata, in relazione con il territorio è nata l’idea di lasciare l’edificio“ vuoto”, introducendo un unico segno architettonico capace di dare identità all’invaso interrotto della Cattedrale, di delimitare il vuoto del rudere e di misurarne lo spazio “interno”. L’intervento più che suggerire la ricostruzione ipotetica di una qualche presunta configurazione spaziale, instaura un serrato confronto con ciò che oggi rimane della Cattedrale” hanno spiegato i progettisti del team vincitore, cui è stato conferito un premio pari a Al vincitore è spettato un premio pari a 10mila euro.
La proposta immagina quindi una grande copertura in lastre lignee piane, di forma triangolare, variamente inclinate e raccordate tra loro da elementi in metallo o in continuità con i 19 pilastri di altezza variabile, in legno e metallo, sui cui la struttura si poggia.
L’involucro sovrasta l’invaso dell’antico volume religioso ad un’altezza pari a circa 10,30 metri dal piano di calpestio delle navate. La sua forma planimetrica è un rettangolo di 27,50 m x 16,50m di lato, realizzato su una griglia strutturata seguendo il tracciato proporzionale di base, aggettante in modo irregolare sui limiti del manufatto sottostante.
In corrispondenza della navata est della cattedrale, la copertura delinea una nuova area impiegabile a fini espositivi ed artistici. Lo spazio è raggiungibile attraverso una rampa in metallo cor-ten situata al di sopra e a proseguimento della scala esistente, recuperata con il ripristino dell’ingresso originario alla cripta, al fine di realizzare un percorso di visita senza soluzione di continuità.
Nei setti di sostegno della copertura saranno allocati sistemi espositivi integrati (dagli impianti relativi all’illuminazione dei pannelli e delle vetrine, ai sistemi di sicurezza, ai segnali audio-video per eventuali monitor a led). La pelle esterna della copertura è altresì predisposta per l’integrazione di pannelli fotovoltaici a film sottile e dotata di discendenti per la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche che, confluendo all’interno dei setti, potranno essere collegati a piccoli serbatoi in pvc ad altezza ridotta.
Tra gli ottanta progetti in mostra, anche le 5 proposte destinatarie di menzioni speciali, ovvero:
- MASK1
Capogruppo: Arch. María González García.
Componenti del gruppo: Arch. Juan José Lòpez De La Cruz.
- PIANO
Capogruppo: Arch. Stefano Seneca
Consulenti: Ing. Fabio Sibaud
Collaboratori: Arch.Marco Prestini; Mattia Ronchetti
- SCENA
Capogruppo: Arch. Filomena Cicala
Componenti del gruppo: Atsushi Veno
- THEKE
Capogruppo: Arch. Patrizia Pisaniello
Componenti del gruppo: Arch. Saverio Piasaniello
Collaboratori: Niccolò Galli
- VERGO
Capogruppo: Arch. Anita Cova
Componenti del gruppo: Laura Pujia; Chiara Gramaccioni; Arcangelo Franco; Giovanni Comi
L’ingresso alla mostra è gratuito. L’esposizione è aperta al pubblico tutti i giorni eccetto il mercoledì, dalle 9.00 alle 13.00.
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