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Lanciata nell’estate del 2009 da In/Arch e Lab(e)s la competizione era rivolta ai giovani progettisti under 40. Intento principale dell’iniziativa è stato l’ideazione di un’opera pubblica autosufficiente dal punto di vista energetico e flessibile rispetto ai mutamenti del territorio urbano circostante. Nello specifico, il ponte pedonale del quartiere Pigneto rappresenta il solo nodo di collegamento tra due zone del quartiere dalla diversa identità , ovvero l'isola pedonale, con i locali e le nuove attività commerciali, e l’area a carattere prevalentemente residenziale.
“E’ riconosciuta al quartiere Pigneto una grande varietà di configurazioni spaziali; uno spirito fatto di relazioni, incontri, scoperte attraversa e anima la materia di cui si compone. La scelta di una forma non riconducibile ai solidi della geometria classica evidenzia la relazione che esiste e che informa la materia tra il quartiere e i suoi abitanti. La scelta progettuale di una disposizione opposta al ponte esistente è frutto delle considerazioni fatte sul ruolo del ponte e sulla futura copertura del vallo. Il ponte ci porta dall’altra parte, superando l’ostacolo, ma ci obbliga ad accettare un percorso univoco tra i tanti possibili. Si è cercato così di preservare il ruolo e la consistenza del manufatto esistente e insieme di creare un luogo di incontro e sosta”, spiegano Di Florido e Foglietti.
“Un luogo sospeso sul vallo, metafora e segno di una condizione di predisposizione all’incontro, all’ascolto e alla comprensione della diversità . Un involucro neutro orizzonte e meta dei flussi urbani, visibile sia che ci si trovi in auto o che si cammini lungo le vie del quartiere o che ci si trovi in casa, negli alti edifici del quartiere.
Un involucro che nell’ipotesi suggerita di copertura del vallo si apra a percorsi nuovi e non obbligati e che disciplini la futura densificazione delle superfici nuove. L’elemento, ora sospeso sul vallo ferroviario, diventerebbe così il fulcro, l’elemento accentratore di una grande piazza che amplificherebbe e intensificherebbe i flussi e le aree di sosta e di transito già presenti all’interno della struttura reticolare: aree verdi e aree gioco per i bambini, zone di lettura e di riposo con panchine e aree per installazioni temporanee. Le protezioni in vetro del vecchio ponte possono essere smontate così da integrare la nuova piazza con l’intero sistema ponte e lasciare però il segno evidente del ponte originario, attraverso un cambio netto di pavimentazione. Per garantire la massima adattabilità del progetto ad una futura copertura, Il rivestimento esterno è progettato con pannelli apribili proprio per permettere così l’accesso diretto alle aree funzionali del nostro elemento direttamente dalla piazza.
La struttura reticolare del nuovo ponte è interamente rivestita da pannelli sui quali viene tirata una superficie sottile in kevlar. Il Kevlar unisce ad un’elevata resistenza meccanica e agli agenti atmosferici, caratteristiche di leggerezza e semitrasparenza, tale da permettere durante il giorno la penetrazione della luce naturale all’interno del nostro elemento sospeso e di sera, grazie a un gioco di retro illuminazione, di evidenziare la struttura reticolare del nuovo ponte.
L’autosufficienza energetica dell’elemento sospeso è garantita da un impianto a moduli fotovoltaici trasparenti completamente integrato col rivestimento semitrasparente e posizionato nella parte superiore della struttura in corrispondenza delle zone che non hanno pannellatura interna. Il tetto fotovoltaico è realizzato con 60 mq circa di moduli solari con celle solari trasparenti, permettendo così alla luce naturale di penetrare all’interno dell’elemento, ma fornendo contemporaneamente ombreggiamento e protezione dal sole.
Un sistema di incanalamento convoglia le acque piovane e, dopo un intervento di filtraggio e depurazione, le raccoglie in un serbatoio di accumulo, situato nella parte inferiore della struttura reticolare. Un sistema di irrigazione distribuisce le acque depurate alle diverse fioriere collocate sulla pedana del sistema ponte”.
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