13/07/2998 – Il concorso di idee a livello regionale " We love Potenza", per la progettazione del Centro sportivo polivalente di Potenza si è concluso con la vittoria del team di W.O.P. Architettura (Potenza), composto dagli architetti Gerardo Sassano e Christian Rosolino assieme agli ingegneri Michele Scioscia, Donato Lo Sasso e Giovanni Albano.
La competizione, bandita dal Circolo Angilla Vecchia, l’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Potenza e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Potenza, si rivolgeva a progettisti d’età inferiore ai 35 anni con l’obiettivo di raccogliere proposte relative alla riqualificazione di un’area a cavallo tra i quartieri di Malvaccaro e Poggio Tre Galli di Potenza attraverso l’inserimento di nuove strutture aggregative a funzione sportiva.
Il progetto vincitore parte dalla constatazione della presenza di una corposa rete di percorsi carrabili, pedonali e ciclabili, che potrebbero raccordare le aree residenziali al nuovo centro polivalente, oltreché dell’esistenza, a ridosso dell’area di intervento, dell’area archeologica di Malvaccaro.
In particolare tre itinerari, originanti sul livello stradale (dove sono collocati i parcheggi per le auto e due ingressi) rappresentano gli assi progettuali dell’intervento e definiscono altrettanti ambiti di attività, occupando aree collocate su quote differenti. Nello specifico, il primo percorso conduce alle funzioni collocate sulla terrazza dell’edificio principale e al coperto; il secondo, ad una quota inferiore rispetto al primo, porta alle aree attrezzate ed ai campi da gioco scoperti. Infine, nella parte più a valle dell’area, un terzo percorso si dispiega lungo le rive del vicino torrente, offrendo una passeggiata immersa nel verde.
All’interno del complesso gli impianti dove praticare gli sport più “tradizionali”, quali il nuoto, il basket, la pallavolo il calcio e l’atletica, sono affiancati ad attrezzature e strutture idonee a praticare attività come il free climbing, lo skateboarding, lo streetbasketball, il beach volley il pattinaggio su pista e, nei mesi invernali, su ghiaccio.
“Da un punto di vista strettamente progettuale si è seguita la filosofia del minimo costruito infatti, rispetto ai circa 21600 mq di superficie coperta realizzabile secondo gli indici urbanistici, si è scelto di realizzarne soltanto 4740. Questo non solo per contenere, come si è già detto, i costi, ma anche per porre l’accento sulla dimensione di “parco”, in continuità con il contesto urbano descritto in precedenza. Per ridurre l’impatto visivo del costruito, l’edificio principale è stato concepito come interrato e la copertura, attrezzata con campi da bocce, pista di atletica, un piccolo anfiteatro ed un bar, diventa parte integrante del parco sportivo e punto panoramico sulle attività che si svolgono nelle aree sottostanti. I campi di gioco all’aperto sono stati collocati nelle due aree pianeggianti del lotto, per abbattere i costi di movimentazione e stabilizzazione dei terreni e per ridurre l’impatto ambientale delle opere. La configurazione a cavea dello stato di fatto è stata sfruttata anche per ipotizzare lo svolgimento di spettacoli all’aperto, durante i quali gli spettatori possono agevolmente occupare le gradonate dei percorsi, mentre il palco può collocarsi in corrispondenza dei campi da gioco. Dislocati lungo i percorsi del parco vi sono una serie di “moduli” in legno per servizi (WC, chiosco-bar, spogliatoi, info e noleggio attrezzature sportive: bici, pattini, segways, etc.) realizzati in modo da poter essere spostati o ampliati a seconda delle esigenze”, spiegano i progettisti.
Finestrature a doppia vetrata, sistemi di tubi interrati per la dispersione di calore e il raffrescamento degli interni e/o basati su convenzione naturale e “volani termici” sono alcune delle soluzioni a basso impatto energetico utilizzate per il raffrescamento della struttura. È altresì prevista la realizzazione di un “parco fotovoltaico”, esteso su 1400 mq di superficie, a copertura delle aree di parcheggio per un totale di circa 140 KW di rendimento e l’inserimento di un impianto di fitodepurazione all’interno del parco su un’area di circa 600 mq.
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