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Ian Simpson per il National Wildflower Centre
La serie di Fibonacci ispira il progetto a impatto zero
Autore: rossella calabrese
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02/04/2009 – É il team di Ian Simpson Architects (Manchester) il vincitore del concorso in due fasi lanciato dal RIBA (Royal Insitute of British Architecture) per la progettazione del nuovo centro polifunzionale del National Wildflower Centre di Knowsley, località britannica situata nei pressi di Liverpool.
 
Il National Wildflower Centre, promotore della competizione, è una struttura dedicata all’educazione e alla conoscenza della flora locale, ed in particolare ai fiori di campo, collocato all’interno del Court Hey Park. Ai concorrenti il compito di progettare una nuovo volume ecocompatibile, destinata a sorgere in posizione attigua alle funzioni esistenti, dove tenere workshop pratici e conferenze tematiche.
 
II progetto vincitore, selezionato tra 144 proposte internazionali, ha ottenendo il voto unanime della giuria, superando, nella seconda fase del concorso, altri cinque studi di architettura quali DM3 Architecture; Kirkland Fraser Moor; Nicolas Tye Architects; Studio Verna e Urban Salon Architects.
 
L’edificio è stato progettato secondo i parametri del sistema di certificazione ambientale BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) nella categoria “Outstanding” (classe più alta nella scala di livelli previsti dal sistema).

A ispirare il team nel disegno del complesso, la morfologia organica delle piante, interpretata attraverso la serie di Fibonacci (una successione di numeri interi naturali individuata nel tredicesimo secolo dal matematico pisano Leonardo Fibonacci, in grado di prevedere anche la geometria della crescita degli elementi naturali). La successione matematica regola la struttura di entrambi gli elementi principali del progetto, ovverosia un lungo muro curvilineo e il volume del centro polifunzionale.

Il muro a spirale che cinge le aree verdi esistenti, conduce all’ingresso in vetro del nuovo centro conferenze e demarca la aree pubbliche da quelle operative, mettendo queste ultime al riparo dalle attività di visitatori e turisti. La parete è realizzata secondo i metodi costruttivi tradizionali, utilizzando una mistura di terra umida e materiale granulare locale riciclato e compresso, generando così una superficie dall’eccellente massa termica.

Il nuovo volume in vetro, collocato tra le aree verdi del Centro, sorge come elemento distintivo nel paesaggio, ombreggiato da un semplice sistema di graticci. La forma dell’edificio è ispirata al pistillo di un fiore e sulla sua superficie esterna sono collocati dei piccoli coni riflettenti pensati per catturare la luce, creando suggestivi effetti cromatici.

Dei condotti sotterranei in calcestruzzo, collocati a quota -1 m e pertanto sottoposti a una temperatura media costante, incanalano l’aria proveniente all’esterno regolandola prima di immetterla nell’edificio. Si tratta di un sistema low tech che consente un notevole risparmio energetico in termini di raffrescamento/riscaldamento della struttura, a seconda delle esigenze stagionali.
 
Infine il progetto prevede il ri-utilizzo delle strutture fotovoltaiche preesistenti, l’installazione di una centrale a biomasse a 100 kw e di una turbina eolica a 50kWe per la produzione di energia elettrica, nonché il monitoraggio energetico del complesso ogni 1-2 anni, in modo tale da assicurare l’ottimizzazione dei consumi e l’efficienza della struttura.

  Scheda progetto: National Wildflower Centre
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