03/12/2008 - Fuochi d’artificio hanno illuminato il 22 novembre scorso il cielo di
Doha, nel Qatar, per festeggiare l’inaugurazione del
Museum of Islamic Art (MIA). Lunedì 1° dicembre il nuovo museo d’arte islamica, realizzato su progetto del noto architetto
Ieoh Ming Pei alla guida dello studio
Pei Cobb Freed & Partners Architects LLP, ha ufficialmente aperto le porte al pubblico.
Commissionato cinque anni fa all’architetto Pei dallo sceicco Hamad bin Khalifa Al Thani, il nuovo museo sorge oggi su un’isola artificiale bagnata dalle acque del golfo di Doha e circondata da imponenti palme. Una cornice di eccezione voluta da Pei per scongiurare il rischio di un eventuale futuro accerchiamento da nuove costruzioni: “Mi preoccupava l’idea di ciò che sarebbe stato dopo. Anche uno splendido lavoro può essere eclissato e distrutto da qualcos’altro. Per molti aspetti Doha è oggi un luogo puro, in cui manca un contesto reale, a meno che non ci addentri nel souk. Ho dovuto creare il mio contesto”.
Dopo una esplorazione del luogo durata diversi mesi in cerca di ispirazione, Pei ha progettato una struttura che intende incarnare “l’essenza dell’architettura islamica”: “Non conoscevo la religione islamica – spiega l’autore del progetto – così ho studiato la vita di Muhammad. Sono stato in Egitto e in Tunisia. E mi sono appassionato all’architettura fortificata”.
Il risultato è una imponente composizione cubista di blocchi quadrati e ottagonali in pietra bianca sovrapposti l’uno all’altro; una progressione geometrica culminante in una torre centrale.
Ospitato su un’isola artificiale abitata da grandi palme, il nuovo museo sembra sorgere dal mare, collegato alla costa da due ponti pedonali ed uno veicolare. Contribuisce a rendere pittoresco il contesto un parco disegnato da oasi e dune che trova spazio alle spalle del museo.
Il progetto prende forma dalla combinazione di due volumi: un edificio principale di 5 piani ed una Education Wing di due piani, collegati da una corte centrale.
I volumi spigolosi dell’edificio principale arretrano man mano che la struttura si sviluppa in altezza attorno ad un atrio centrale a cupola alto 50 metri. La cupola non è visibile dall’esterno in quanto nascosta dalle pareti della torre centrale.
Tra i materiali utilizzati: pietra calcarea “Magny” e “Chamesson” (Francia), granito Jet Mist (Stati Uniti), acciaio proveniente dalla Germania e calcestruzzo del Qatar.
Una facciata continua in vetro sul lato nord del museo offre viste panoramiche sul Golfo e sulla West Bay di Doha da tutti i cinque piani dell’atrio. All’interno i soffitti sono arricchiti dai complessi ornamenti delle cupole, e da lampadari di metallo sospesi nell’atrio.