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Jacopo Zanchi vince il concorso ‘Ex Fornaci Magnetti’
Il progetto conserva e recupera alcuni edifici esistenti
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28/01/2008 - A inizio 2007 Magnetti SpA ha indetto un concorso di progettazione in forma anonima per il recupero dell’area storica della Fornace Magnetti di Cisano Bergamasco (Bg), una delle sedi storiche dell’azienda che aveva cessato l’attività produttiva nel 2001. Il concorso, patrocinato dal Consiglio Nazionale degli Architetti e dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Bergamo, riguardava la progettazione di un centro commerciale, una zona artigianale e una zona residenziale, oltre alle infrastrutture e ai servizi necessari, nell’area di circa 150 mila metri quadri di pertinenza dell’ex fornace.
Fin dall’inizio l’intento della committenza è stato quello di volersi confrontare in un contesto delicato e di grande valore storico ed affettivo con un intervento di alto valore progettuale e qualità architettonica. Ai partecipanti è stato inoltre richiesto di utilizzare materiali e soluzioni tecnologicamente innovativi e avanzati, e di tenere in debita considerazione le caratteristiche del territorio circostante, collinoso e particolarmente ricco di vegetazione.
Sono stati oltre 100 gli studi di architettura iscritti, 52 i progetti consegnati, 5 i migliori lavori selezionati dalla giuria.

La giuria ha proclamato vincitore il progetto dell’architetto Jacopo Zanchi di Venezia.
Quatto gli obiettivi principali dell’intervento previsto: razionalizzare il sistema della viabilità esistente, sfruttare il particolare andamento orografico del terreno, garantire un’elevata qualità ambientale e la stralciabilità degli interventi […].
Lo schema di progetto inoltre è stato concepito posizionando le funzioni il più possibile in coerenza con le attività presenti nelle aree subito adiacenti: il centro commerciale nella zona più visibile e accessibile alla viabilità stradale, l’area artigianale in zona protetta e nascosta, le residenze in prossimità del centro abitato. Il progetto prevede ampie zone a parco, sia di filtro fra ambito ed ambito, sia di protezione dell’intervento rispetto alla viabilità sia di pertinenza alle residenze. Un sistema di percorsi ciclabili e pedonali garantisce una circolarità interna all’area collegando i vari ambiti di progetto con le aree residenziali confinanti e le aree di interesse paesaggistico delle ex cave. Il centro commerciale è la risultante della sommatoria delle generatrici dell’assetto viabilistico e orografico del terreno e dell’impianto funzionale interno. Una nuova rotatoria innesta la Statale SS 342, consentendo di immettersi nella viabilità interna senza interferire né in entrata né in uscita con i flussi di traffico primari. L’edificio si mostra con un fronte continuo che ha le uniche eccezioni nei punti di accesso o contatto interno-esterno […].
La commissione giudicatrice ha particolarmente apprezzato il progetto per aver previsto la conservazione e il recupero di alcuni edifici esistenti nell’area.

Il secondo premio è stato attribuito al gruppo di lavoro capitanato all’architetto Renato Sarno di Milano.
Il progetto integra funzioni di commercio e artigianato, residenze e uffici in un’area di 156.000 metri quadrati, dove la disposizione dei volumi è dettata da criteri di “land art”: verso la statale Briantea le coperture a giardino delle strutture commerciali e artigianali si confondono con il terreno e ne diventano parte integrante; sul retro le residenze e gli uffici, sollevati in quota al confine tra piano e monte, si integrano con il paesaggio naturale attraverso il colore caldo dell’argilla. Le funzioni commerciali e produttive sono organizzate attorno a uno spazio centrale allungato da est a ovest, una grande piazza-giardino protetta, pavimentata con pietre artificiali e inserti speciali evocanti l’affioro di strati naturali d’argilla. Nel centro commerciale i consumatori possono combinare lo shopping con la fruizione di un parco “a tema” a sfondo ludico e fantastico, dove forme di argilla modellata dalla creatività di un artista famoso ed emissioni digitali di suoni li guidano idealmente attraverso la storia degli impianti ormai dimessi […].
Gli interventi, pur imponendosi sul contesto per la differenza morfologica e di scala, sono però poco invasivi: i volumi degli edifici si distendono sullo spazio a disposizione accompagnando l’andamento del pendio, le coperture a giardino si confondono con il terreno e ne diventano parte integrante, mantenedo un’ampia “pausa verde” fra Cisano e Pontida […]. Il progetto è stato apprezzato perché ha presentato un’architettura pregevole e a tratti innovativa e per il particolare uso del colore nelle facciate della struttura commerciale.

Il terzo premio è stato assegnato all’architetto Enrico Curti di Lecco.
Il progetto è caratterizzato da un impianto radiale che ordina l’edificazione e il disegno degli spazi aperti, caratterizza architettonicamente i margini, circoscrive e disegna un’area centrale di affaccio e di rispetto fra le diverse zone funzionali, istituisce un chiaro e gerarchico sistema di viabilità e una rete di percorsi pedonali e ciclabili di relazione che mira al raggiungimento di una qualità ambientale costituita da luoghi capaci di promuovere una fruizione più ampia di quella legata alle specifiche funzionalità richieste […]. Il volume residenziale viene distribuito secondo un disegno urbano che sviluppa e conclude architettonicamente le radicalità d’impianto presenti attraverso quattro corpi di fabbrica di due e tre piani, planimetricamente scalati e affacciati con le loro testate verso ovest, a costituire una presenza residenziale in visibile continuità con l’abitato di Cisano Bergamasco. La forma planimetrica dell’edificio commerciale è invece dettata dal margine curvilineo della SS 342 e dalla geometria radiale dell’impianto di progetto. L’immagine complessiva presenta un carattere essenziale ottenuto attraverso l’ampia partitura delle superfici murarie, l’apertura di profondi sfondati sul fronte parcheggio come forte elemento segnino di relazione esterno-interno.
Il progetto è stato giudicato particolarmente interessante per la posizione attribuita al centro commerciale e ben inserito nell’area di progetto in rapporto alle diverse funzioni insediate.

Due infine le menzioni speciali: al progetto dell’architetto Angelo Agazzi di Treviolo in provincia di Bergamo, realizzato con i colleghi Angela Giovanna Amico, Marco Minelli e l’ingegner Aldo Carovita e apprezzato dalla giuria per la qualità architettonica e l’originalità di alcune soluzioni relative alla struttura commerciale, e infine al progetto dall’architetto Remo Capitanio di Bergamo con i colleghi Alberto Capitanio e Giovanni Consonni, premiato per l’originalità e qualità architettonica dell’intero comparto e della struttura posta all’ingresso dell’area del centro commerciale.

Il volume Magnetti 200 – La storia che rinasce, appositamente realizzato per l’occasione dal Gruppo Magnetti, racconta la storia dell’area dell’ex stabilimento e le diverse fasi dell’organizzazione e della realizzazione del concorso, raccogliendo le più belle tavole e illustrazioni relative ai 52 progetti presentati. La prefazione è firmata dal critico d’arte Philippe Daverio.

  Scheda progetto: Recupero dell’area storica della Fornace Magnetti - 1° premio
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  Scheda progetto: Recupero dell’area storica della Fornace Magnetti - 2° premio
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  Scheda progetto: Recupero dell’area storica della Fornace Magnetti - 3° premio
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  Scheda progetto: Recupero dell’area storica della Fornace Magnetti - segnalazione
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  Scheda progetto: Recupero dell’area storica della Fornace Magnetti - segnalazione
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