22/05/2007 - Sarà ultimata entro la fine di quest’anno la nuova sede dell’Università Bocconi di Milano. Il progetto porta la firma di Shelley McNamara e Yvonne Farell dello studio irlandese Grafton Architects, vincitrici nel 2002 del concorso di progettazione indetto per la realizzazione del complesso edilizio universitario destinato a concludere il “Piano Bocconi 2000”. Il cantiere, avviato nel 2003, è stato aperto in via eccezionale per consentirne una visita in anteprima in occasione dell’evento “Work in progress” organizzato da Domus nell’ambito del Salone del Mobile.
Il nuovo edificio accoglierà le attività degli istituti scientifici e di ricerca per le quali saranno disponibili 883 uffici, un’Aula Magna da 1000 posti suddivisa in due sale e corredata da foyer e spazi per convegni, ed un parcheggio interrato con 190 posti auto.
La giuria del concorso apprezzava cinque anni fa l’innovativa soluzione tecnica adottata dalle due progettiste irlandesi che immaginavano “la posizione strategica dell’Aula Magna all’intersezione tra viale Bligny e via Roentgen, in modo tale da consentire la visione immediata della sala e del suo foyer da Porta Ludovica, come portico simbolico dell’Università”.
“Una delle priorità nel nostro progetto per la Bocconi – confermano McNamara e Farell – è stato conferire all’Aula Magna una forte presenza simbolica sul trafficato angolo di congiunzione tra viale Bligny e via Roentgen.
La facciata diventa l’espediente architettonico per aprire una “finestra” su Milano, un’immagine memorabile che confermi l’importantissimo contributo culturale che l’Università Bocconi fornisce alla vita di questa città.
È per questo motivo che lo spazio pubblico dell’Aula Magna costituisce la facciata: conferma la sua importanza simbolica e sottolinea lo status prestigioso dell’Università”.
Intreccio di cortili, giardini e piazze, il progetto non presenta una netta distinzione tra spazi interni ed esterni. È stato invece concepito perché la flessibilità degli spazi potesse seguire il ritmo delle stagioni. Se gli spazi aperti rappresentano microclimi protetti dagli effetti di eccessivo calore o freddo, gli spazi interni possono fondersi con l’esterno continuando ad essere protetti.
Insieme all’Aula Magna c’è un secondo elemento del progetto che sorge lungo il viale: la Biblioteca. Entrambi i volumi vengono espressi come solidi; incastonati ed emergenti dal suolo nel caso dell’Aula Magna, sospesi e galleggianti al di sopra della strada nel caso della Biblioteca.
L’Aula Magna, definita dalle due progettiste “la grande pietra incastonata”, si posa direttamente sul bordo della strada e rappresenta l’ancora dell’intero edificio. Il suo muro esterno raggiunge l’altezza massima con gli edifici del piano superiore che trovano spazio nel sottotetto.
“L’ universo degli uffici e della ricerca è sospeso fra terra e cielo; é un labirinto che sale pian piano con una rete interattiva di cortili, ponti, terrazze, corridoi che stimolano sovrapposizione, espansione, contrazione, commistioni, discussioni, possibilità di movimenti orizzontali e verticali.
Per creare questo sontuoso luogo di scambio abbiamo pensato agli uffici di ricerca come a raggi di spazio, sospesi a formare una spettacolare copertura che filtra luce a tutti i livelli.
Gli uffici formano un sottotetto popolato, generalmente profondo tre o quattro piani.
Questa copertura sospesa permette allo spazio dell’università di sovrapporsi alla vita dell’università.
Permette allo spazio interno di fondersi con gli spazi pubblici esterni”.
Realizzato in pietra, il profilo dell’edificio appare come uno “scudo roccioso” che intende differenziarsi dalle “fredde facciate milanesi” che conferire la progetto un “senso di profondità, densità e massa”.
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