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Concluso il concorso per il Campus di Novara
Rossi e ODB convertiranno l’ex Caserma in centro universitario
Autore: cecilia di marzo
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CONCLUSO IL CONCORSO PER IL CAMPUS DI NOVARA
30/05/2006 - Il concorso internazionale bandito dall’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” per la realizzazione di un Campus universitario nell’area della ex Caserma Perrone in Novara si è concluso con la vittoria del gruppo formato dall’architetto Lamberto Rossi (capogruppo) con ODB Architects (Ottavio Di Blasi, Paolo Simonetti, Stefano Grioni, Daniela Tortello), Roberto Cagnoni e Fabiano Trevisan, Alberto Tricarico (Strutture) e Manens Intertecnica (Impianti).

Secondo classificato
ICIS Srl con Isolarchitetti, Maurizio Momo, Luciano Luciani, Mara Luciani,

Terzo classificato
Pica Ciamarra Associati con Gnosis Architettura e Interprogetti s.r.l.

Quarto
Marco Dezzi Bardeschi con Ezio Ingaramo, Studio AS, Studio Zacchiroli Architetti Associati, SETI ingegneria s.r.l. - Alessio Gatteschi, Alberto Perego, Progest Srl, Dafne Fontani, Mauro Battaglio.

Il progetto vincitore «si basa su quattro assunti prioritari che, attraverso la realizzazione del sistema universitario, mirano alla ricomposizione dell’unità urbana e al superamento della dualità tra centro storico e città post-unitaria.
Il primo assunto è che l’area della caserma - strategica per la sua posizione al limite del centro storico - trasformata in campus universitario, diventi elemento di connessione urbana, sia in senso trasversale, come “ponte” tra nucleo antico e città moderna, sia in senso anulare come parte di un’ideale corona circolare ancora ricca di valori ambientali e storico architettonici legati all’antico sistema di fortificazione della città.
Il secondo assunto è che le funzioni pubbliche e semipubbliche del sistema universitario agiscano come condensatori di qualità capaci di rafforzare la struttura morfologica e organizzativa di questa parte di città, limitandone l’originario carattere di recinto.
Il terzo assunto è che il processo di trasformazione dell’impianto a padiglioni della caserma sia concepito come una rilettura consapevole dei valori ambientali, archeologici e storico-artistici di questa parte di Novara e, al tempo stesso, come espressione degli aspetti più sollecitanti della cultura contemporanea specie in relazione all’innovativo modello universitario “a rete” prescelto.
Il quarto assunto si riferisce in modo più specifico al modello universitario prescelto e si propone di rafforzare la “personalità” del polo universitario novarese incentivandone la specializzazione – per la didattica, l’alta formazione e la ricerca sperimentale e operativa - in un’ottica “multicampus” di interconnessione a rete con l’intero sistema del Piemonte Orientale e con la città.

Il Campus proposto è un organismo multipolare, integrato con l’intorno, che inverte l’attuale condizione di “isola” impermeabile e introflessa dell’impianto militare.
Contempla tre ambiti autonomi ma interrelati concentrici che delimitano aree pubbliche - la “crosta esterna”, semipubbliche - “il connettivo intermedio” e private - il cuore del sistema universitario.
Al centro l’ambito più privato - la corte universitaria - su cui affacciano il Padiglione A già ristrutturato e il nuovo Padiglione C che accoglie la didattica. Questa corte centrale, attualmente destinata ai parcheggi dell’università verrà successivamente riconvertita a verde con la realizzazione di un parcheggio sotterraneo su due quote accessibile in rampa da via Passalacqua.
Il secondo ambito accoglie funzioni universitarie semi-private e semi-pubbliche che definiscono un secondo recinto a forma di “L” che separa sul lato orientale i Padiglioni E-F destinati ai grandi servizi universitari – Biblioteca e Aula Magna - dal Padiglione A. Un terzo ambito aperto al pubblico accoglie le funzioni di connessione con la città: la residenza universitaria G, le attrezzature sportive (all’interno di un secondo recinto esclusivo) e l’area completamente pubblica tra i padiglioni E-F-G e quelli lungo il Baluardo Lamarmora destinati a esercizi commerciali e servizi aperti alla città.

Per quanto concerne il complesso a padiglioni si è scelto di valorizzarne il carattere di “sistema integrato”, ovvero di impianto architettonico composto da edifici indipendenti ma interconnessi sul piano funzionale e distributivo. L’intervento di recupero si basa sul riconoscimento dell’impianto storico visto nell’insieme e sulla riattivazione delle connessioni tra le parti che lo compongono, sia come percorsi (seminterrati e/o in superficie) sia come trasparenze visive. Si fonda sul concetto di “reversibilità” ovvero sulla autonomia strutturale e figurativa degli inserti proposti al fine di controllare la coerenza del nuovo rispetto alla conservazione dell’esistente. L’obiettivo non è quello di consentire un improbabile smontaggio di quanto realizzato bensì di regolare le gerarchie del processo additivo.
L’intervento sui tre padiglioni principali E-F-G prevede il restauro dell’involucro storico e l’inserimento del nuovo: un gioco di scatole cinesi in cui l’intercapedine ospita l’apparato impiantistico.

Il Progetto Energetico Ecosostenibile
Particolarmente avanzato è l’approccio al progetto energetico che utilizza le acque di falda per ottenere il freddo e il caldo in modo efficiente ed ecologico.
Il “risparmio energetico” viene perseguito attraverso due fattori concomitanti: la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici e l’aumento dell’efficienza dei sistemi di trasformazione e utilizzo dell’energia, in gran parte e programmatticamente ricavata da fonti rinnovabili.
Il primo fattore vede l’adozione di soluzioni specifiche per l’involucro edilizio come elevati spessori di isolamento, vetrate con prestazioni termiche di alto livello, valorizzazione dell’illuminamento naturale e controllo dell’irraggiamento solare. Il secondo coinvolge direttamente la progettazione degli impianti, che sono concepiti per fornire le prestazioni richieste con il minimo consumo di energia primaria e il minimo quantitativo di inquinanti emessi.
La scelta per la produzione dell’energia termica e frigorifera è quella di utilizzare al massimo l’energia rinnovabile fornita dal terreno e dalla falda freatica, nonché dall’irraggiamento solare.
L’acqua calda per il riscaldamento degli ambienti e dell’aria di rinnovo da immettere sarà prodotta, non da caldaie tradizionali, bensì da pompe di calore che prelevano dall’acqua di falda circa quattro quinti dell’energia che trasferiscono al sistema di riscaldamento.
L’efficienza di questa soluzione consente di risparmiare il 35% sul costo economico del riscaldamento, di ridurre del 45% le emissioni inquinanti globali e, mancando la combustione delle caldaie, di non avere alcuna emissione in atmosfera all’interno del campus che così si configura come un’”oasi” ecosostenibile».

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