Dimensione testo  |
|
09/04/2003 – Hull è una città inglese situata sulla costa orientale dello Yorkshire: in passato è stata dimora di esperti pescatori, in seguito, durante la seconda guerra mondiale, la città britannica più bombardata per la posizione strategica del suo porto. Ma oggi Hull si propone come città di sperimentatori e creativi, il “chiodo fisso” è un’alta qualità della vita.
Ma chi sono i creativi e soprattutto perché molti studi in Europa sono alla loro ricerca?
I creativi sono giovani attratti da una vibrante vita artistica, da attrazzioni aperte 24 ore su 24, da un’economia che si muove decisa all’interno delle comunicazioni digitali.
Hull, accanto a città come Francoforte, Londra, Madrid e Milano punta alla qualità della vita come fattore di attrazione di risorse umane, le stesse che andranno ad occupare i nuovi spazi creati dagli architetti e dalle società immobiliari; e Hull, in particolare cerca di puntare proprio su quella qualità della vita che attira “i giovani creativi, i talenti dell’economia della conoscenza” come li ha definiti Emma Pearson di CityImage, la partnership pubblico-privata che cura l’immagine della città.
Ma perché tanto interesse per questa nuova collettività: perché dove ci sono i creativi, tendono ad esserci le aziende high-tech.
Il popolo dei creativi non è un’illusione: lo ha dimostrato Richard Florida, studioso americano, le cui ricerche a proposito sono da poco confluite in un libro di grande successo.
Florida ha calcolato che negli Stati Uniti la classe dei creativi oggi conta 38 milioni di persone, il 30% della forza lavoro del paese.
Importante sottolineare il fatto che nei prossimi mesi, i criteri adottati da Florida verranno estesi anche in Europa e che, in particolare, in Italia qualcuno ha già cominciato a pensarci; è il caso di Paolo Verri, responsabile di Torino internazionale, l’agenzia che ha elaborato il piano strategico dell’area torinese.
Quello che, al di sopra di ogni numero, hanno dimostrato gli studi di Florida è che la qualità della vita, oggi, è diventato un complesso fattore di competitività per le città. E soprattutto per i grandi centri urbani europei è giunto il momento di fermarsi a riflettere su che cosa si sta costruendo di buono per la classe creativa alle porte.
|
Consiglia questa notizia ai tuoi amici
|
|