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MOSTRA |
ARCHITETTURA
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Architetture del Made in Italy |
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ABU DHABI, EMIRATES PALACE, dal 07/10/2013 al 19/10/2013
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"Architetture del Made in Italy”, documenta l’attività di molte imprese del Made in Italy, caratterizzate da una “tipologia olivettiana” quanto a dimensioni e produzione specializzata, che negli ultimi quindici anni hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d’eccellenza. Sono nate così strutture attente alla poetica dei luoghi e degli oggetti, alla vita delle persone, alla sensibilità ambientale, con un crescente impegno degli imprenditori nel veicolare attraverso l’architettura i valori e l’immagine dell’azienda.
Mentre fino agli anni ’60-‘70 del Novecento le grandi fabbriche erano concentrate nelle città maggiori (il progetto di Adriano Olivetti rappresenta il tentativo di dare una prospettiva territoriale e sociale alla cultura industriale), nei decenni successivi si realizza un diffuso decentramento produttivo. L’industria manifatturiera si organizza in una pluralità di distretti industriali, in cui prevalgono filiere di piccole e medie imprese. E’ in questo contesto che si sviluppa l’economia del Made in Italy, illustrata nella mostra attraverso una serie di architetture fortemente rappresentative di un’eccellenza produttiva e rese possibili da un incontro complesso e fertile tra imprenditori e progettisti. Per favorire l’orientamento nella varietà ed eterogeneità delle realizzazioni presentate, il percorso espositivo è ordinato in cinque sezioni, in base alla funzione prevalente degli edifici, secondo un criterio inclusivo piuttosto che linguistico. Le sezioni sono: Architetture della fabbrica, Direzionale diffuso, Architetture nel paesaggio agricolo, Recupero e riconversione produttiva, Densificazioni.
Le architetture del Made in Italy, con la loro qualità, testimoniano che nel capitalismo di territorio del nostro Paese è in corso un processo di valorizzazione. Le aziende leader rinnovano architettonicamente sia gli uffici che gli stabilimenti, realizzando veri e propri headquarters, con caratteristiche e servizi aperti alla città e al contesto circostante. Un’evoluzione che lascia sperare in una nuova stagione dell’Italia delle Cento Città che, riprendendo la profezia di Adriano Olivetti, conduca a una ripresa economica caratterizzata dalla profonda riqualificazione di un territorio straordinario, che il liberismo dominante negli ultimi decenni ha inutilmente maltrattato.
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