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Asse attrezzato |
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Storia e attualità |
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ROMA, dal 08/03/2006 al 08/04/2006
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La Fondazione Bruno Zevi intende porre all’attenzione del mondo culturale, professionale e tecnico, la vicenda dell’Asse Attrezzato, attraverso una mostra che ne ripercorra la storia progettuale, e un convegno atto a valutarne significato e attualità.
La Fondazione intende così avviare una riflessione sul tema delle grandi opere nel quadro della pianificazione. Per interrogarsi inoltre sulla validità e opportunità di iniziative autonome nei confronti di temi di interesse pubblico e collettivo.
Mostra e Convegno si terranno negli spazi dell’Accademia Nazionale di San Luca, dal 8 marzo 2006 al 8 aprile 2006.
La Mostra esporrà gli elaborati e i modelli originali, e una loro rielaborazione informatizzata.
Il Convegno, della durata di una giornata, metterà a confronto la storia e il contesto in cui il progetto è stato redatto con la situazione attuale.
Il convegno prevede la partecipazione di economisti, urbanisti, architetti e storici.
L’Asse Attrezzato, lo “Studio Asse”
Fin dagli anni cinquanta l’asse a est della città è indicato come la direttrice dominante per l’espansione di Roma. L’idea porta a individuare nel Piano Regolatore Generale del 1962 una vasta area a est del centro storico destinata prevalentemente a funzioni direzionali. All’insieme di strada a viabilità primaria e dei vari edifici viene dato il nome di “Asse Attrezzato”.
Autunno 1967. Il Nuovo Piano Regolatore di Roma del 1962, definitivamente approvato nel 1965, si basa così su due nodi: la salvaguardia del Centro Storico e la realizzazione del Sistema Direzionale Orientale, caratterizzato dall’Asse Attrezzato.
In tale quadro, alcuni amici e colleghi, operanti nel campo dell’architettura, dell’ingegneria, dell’urbanistica, della storia e della critica, in particolare Vincio Delleani, Mario Fiorentino, Riccardo Morandi, Lucio e Vincenzo Passarelli per lo Studio Passarelli, Ludovico Quaroni, Bruno Zevi, prendono l’iniziativa di eseguire uno studio preliminare sul Sistema Direzionale e l’Asse Attrezzato. Senza una precisa committenza e sostenendo tutti i relativi oneri.
Il gruppo si presenta estremamente affiatato, anche per occasioni di attività comuni; variato per competenze e orientamenti; qualificato a livello professionale, culturale, didattico. Due le motivazioni dell’impresa. Affrontare un tema loro congeniale e di importanza vitale per Roma, a un livello adeguato alla sua rilevanza, sotto il profilo culturale e tecnico. In secondo luogo, sotto l’aspetto professionale, proporsi all’attenzione degli Enti e degli Organismi pubblici e privati, deputati alle varie fasi di attuazione dell’opera, quali progettisti iniziali di una lunga serie di tecnici delle varie discipline.
Si costituisce pertanto lo “Studio Asse”, a Palazzo Doria Pamphili. Per circa tre anni viene eseguita una imponente mole di ricerche, elaborati, modelli, relativi a: pianificazione urbanistica e impostazione architettonica (la “forma urbis”), ambito socio-economico, mobilità e traffico, fattibilità, problemi tecnologici, giuridici, amministrativi.
La proposta attuativa e formalizzata si basa su una maglia continua a esagoni, introdotta per regolare la crescita di tutto lo sviluppo, mentre la viabilità centrale mantiene caratteristiche analoghe a quelle delineate dal P.R.G. del ‘62.
L’attività interessa ed è seguita da Amministrazioni ed Organismi pubblici e privati, Partecipazioni Statali, Associazioni Imprenditoriali, mondo professionale. Ma non ha risultati operativi e si conclude nel 1970.
Dopo lo “Studio Asse”
Negli anni successivi, l’idea di base dell’Asse Attrezzato ha continuato ad essere, con significati e caratteristiche diverse, al centro di iniziative di studio promosse o comunque coordinate dalla pianificazione del Comune.
Così nei primi anni ottanta, l’ACER – Associazione Costruttori Edili Romani – redige, per conto del Comune, uno Studio di fattibilità per un sistema in cui sempre maggiore importanza assume la connessione infrastrutturale.
Pochi anni dopo viene costituito il Consorzio SDO – Sistema Direzionale Orientale, la cui proposta prevede un tracciato viario sopraelevato che attraversa aree distinte di concentrazione, i “poli tecnologici”, ovvero gruppi di infrastrutture, servizi primari e secondari a cui gli edifici sono collegati da un’arteria che connette tra loro tutti i comprensori.
Con la legge per Roma Capitale del 1990 si torna a parlare della progettazione delle aree a est della città. Nel 1991 il Consorzio SDO nomina un Comitato Scientifico che redigerà il Progetto Direttore: Passarelli, Portoghesi, Salzano e Spadolini, insieme a tecnici responsabili dei vari settori disciplinari elaborano un progetto che riprende nelle linee generali l’ipotesi di una grande arteria urbana che unisce i diversi comprensori tra loro. Anche questo progetto, dopo una lunga istruttoria, verrà però abbandonato. Il temine Sistema Direzionale scompare praticamente dai documenti ufficiali della pianificazione urbana, mentre interventi isolati (la Stazione Tiburtina, il Parco di Centocelle) realizzano il destino finale del settore est al di fuori di ogni disegno organico.
La rivista “L’architettura - cronache e storia” ha dedicato all’Asse Attrezzato il numero doppio 238-239, di agosto-settembre 1975. Nell’introdurre il fascicolo, che la Fondazione intende ripubblicare insieme agli atti del convegno qui proposto, Bruno Zevi immagina che, in un futuro anno 3000, gli archeologi avrebbero trovato l’imponente materiale dello “Studio Asse” e si sarebbero chiesti il perché della sua fine.
È tempo di riproporre il quesito, di domandarsi che cosa ha significato per la città la lunga agonia di questa idea.
Accademia di San Luca
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