28/11/2018 - Dopo il suo esordio alla Milano Design Week 2018, il nuovo brand milanese SEM (Spotti Edizioni Milano), inaugura il 15 novembre 2018 il suo primo showroom, in via Garofalo 31. Nello spazio di 250 mq, concepito dalla creatività di Valentina Cameranesi ed Enrico Pompili, si può toccare con mano l‘intera linea di arredi specchiati e sdoppiati come "dualismi in dialogo".
L'esposizione accoglie ed esalta le tipologie progettuali e i segni distintivi di ciascuna collezione, tutte ugualmente sintesi della filosofia dell’abitare SEM: unione tra cultura del progetto, logica dell’industria ed artigianalità.
Quinte sospese in canvas, realizzate in tessuto Kvadrat, e pannelli sia in tonalità tenui che a contrasto, incorniciano i prodotti SEM e articolano lo showroom nei numerosi ambienti che li accolgono, indirizzando lo sguardo del visitatore in un percorso preciso, che ne mantiene tuttavia una visione d’insieme. Concepito per essere adattato alle esigenze espositive, il percorso ideato esalta e valorizza le collezioni al suo interno: Pivot di Giacomo Moor, Check di Elisa Ossino, Futuraforma di Marcante-Testa, Gold e Rose Gold di Paolo Rizzo.
Ulteriori elementi costruttivi mettono in dialogo tra loro i pezzi in esposizione grazie a giochi di specchi e riflessi che amplifica e movimenta lo spazio. Ad arricchire di ulteriori dettagli l’ambiente e a spezzare il rigore allestitivo, sono i vasi della Collezione Massimo Minini, selezionati appositamente per lo showroom e posizionati nella libreria che avvicina le collezioni Check e Futuaforma.
Pivot di Giacomo Moor prende il nome dal meccanismo pivotante delle ante, inserite su montanti che ne consentono il movimento grazie ad una semplice rotazione. È una collezione fatta di più elementi: scrittoio, libreria, due consolle - angolare e free standing – un mobile contenitore e un tavolino. Il minimalismo della struttura, in tubolare di ottone, è arricchito da piani e mensole in olmo fossile e contenitori in laccato. Le ante sono in ottone acidato, con patine in quattro colori (blu, verde, rosso e verdigris) pensate e realizzate in esclusiva da Fonderia Artistica Battaglia.
Futuraforma di Marcante-Testa riprende la tradizione dei mobili su disegno, che gli architetti erano soliti commissionare ai loro artigiani.
Il tavolo Duale riunisce due tavoli in uno, il primo con piano in laminato, l’altro in marmo Bianco Lasa, da usare anche separati. Quando vengono accostati, la dimensione è monumentale, con una struttura svelata e sdoppiata grazie alla pedana specchio: mogano rosso, acciaio, ferro verniciato e MDF Valchromat nero.
Genio, altro oggetto ibrido, rilegge il tema dello chandelier con tubolari di rame, cavi in tessuto e diffusori su disegno in vetro sabbiato. Gli inserti in passamaneria, forniti da uno storico laboratorio torinese, aggiungono un dettaglio sartoriale.
Rielabora un’idea molto classica - il disegno a cornice - anche il tappeto Magico, con una grafica contemporanea e un ironico orlo di pompon.
Check di Elisa Ossino punta su texture e contrasti cromatici. Composta da tavolo, madia e tavolo basso, la collezione si distingue per il “check” delle superfici, un reticolo tratteggiato con una linea dello spessore di un millimetro. Solitamente associata al mondo dei laminati, la stampa lascia qui intravedere le venature del legno. Stesso imprevisto accostamento di materiale e finitura per la struttura in tubolare di ferro d’ispirazione Bauhaus, rivestita da una vernice in gomma liquida che stempera il rigore. I profili neri che contornano i mobili accentuano l’aspetto grafico dell’insieme, richiamando la bidimensionalità di un disegno. Contemporanea con un’anima nostalgica, Check sceglie una palette di colori netta e vibrante, dove le sfumature di grigio sono accese da dettagli rosa cipria, azzurri, blu e verdi.
Gold di Paolo Rizzo guarda alla lezione dei maestri milanesi nella grammatica costruttiva e nell’uso dei materiali, per attualizzarne il linguaggio e la tecnologia. Comprende credenza, cassettiera, una libreria, tavolo, tavolini e una famiglia di lampade. L’acciaio supermirror placcato oro a 24 kt trasforma la lega in metallo nobile evitandone l’ossidatura. Credenza e cassettiera hanno profilature a contrasto in lacca. La libreria è componibile a incastro con moduli di altezze diverse, di cui i tavolini riprendono l’elemento finale per farne un piano d’appoggio. Il tavolo è pensato come una micro-architettura. Le lampade, singole o a grappolo, hanno doppio movimento di rotazione per direzionare la luce.
Rose Gold di Paolo Rizzo è una declinazione della collezione Gold. Qui la finitura è in lega metallica dalle sfumature rosate, lucida o satinata, più calda e stemperata dell’oro. Gli elementi sono gli stessi di Gold: arredi-gioiello dalle linee epurate, un gioco di composizione che parte dalla sezione aurea e procede per “dettagli di eleganza”: la stondatura di un piedino fissato a vite, l’incastro perfetto dei fogli di acciaio tagliati al laser, il piede a stella della gamba del tavolo che diventa protagonista del piano grazie a un sistema di altissima vetreria. Dei mobili progettati da architetti si ritrova anche il gusto per le rifiniture nascoste, come il rivestimento interno dei cassetti in velluto mohair.
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