27/03/2012 - Lo studio austriaco AllesWirdGut è intervenuto sul sito di un'acciaieria dismessa, nella seconda città più importante del Lussemburgo, Esch-sur-Alzette, al confine con la Francia.
Ne è nato LUX, un ottimo progetto di riqualificazione urbana firmato dal giovane studio viennese, che ha convertito un rudere industriale ai margini della città in una piazza pubblica recuperando parte delle strutture originarie.
Grazie a una stimolante connessione spaziale, a percorsi intelligenti e inaspettate sovrapposizioni e integrazioni funzionali, il progetto utilizza le potenzialità del luogo senza lasciarsene dominare, ma anzi proponendone una rilettura carica di personalità.
Troppo spesso, la sola bonifica di un sito industriale ne ha provocato un rinnovato abbandono. Si tratta, infatti, di aree già definitivamente modificate, in cui l’attenzione non può essere posta al solo dato naturalistico.
Invece di vagheggiare intorno a un consolatorio risarcimento alla natura, così profondamente modificata, l'attenzione è stata posta ha al paesaggio industriale, nella sua forma fortemente antropizzata.
Il nome dello studio, AllesWirdGut (“tutto andrà bene”) può rappresentare il manifesto di questo giovane e spregiudicato modo di confrontarsi con un tema tanto scivoloso, carico di stereotipi e clichés.
Pensare positivo, nel progettare la città post industriale, ovviamente non basta. Ma una certa spudoratezza, sveglia e carica di energia, può facilitare il confronto con le complessità delle realtà urbane, portando alla formulazione di concetti realmente sostenibili.
Oltre la sostenibilità ambientale ed economica, fondamentali ma non sufficienti, si sono cercate infatti di cogliere le molteplici possibilità di fruizione che fanno dell‘architettura un oggetto d’uso variegato e un luogo dove sia possibile abitare. Ecco un concetto di sostenbilità meno scontato.
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