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Sextantio porta in Africa il modello di Abruzzo e Basilicata
Progetto ‘Capanne’: recuperare l’elemento antropologico locale per un nuovo modello di turismo sostenibile
Autore: rossana vinci
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26/11/2019 - Recuperare e far rivivere i luoghi dimenticati tramite modelli di alberghi diffusi che vadano contro il turismo omologato. Questa la mission di Daniele Kihlgren e della sua associazione no profit Sextantio già attiva in Italia con il recupero delle case in pietra in Abruzzo e in Basilicata con lo scopo di trarre profitto dalla conservazione dei luoghi anziché, come troppo spesso accade, dalla loro devastazione.

L’idea identitaria che ha guidato i progetti nel borgo di Santo Stefano di Sessanio e ai Sassi di Matera vuole essere riproposta con la medesima filosofia in un altro luogo della marginalità, l’Isola Nkombo, un’isola di confine in territorio Rwandese, abitata per lo più da popolazioni congolesi dediti alla pesca, agricoltura e pastorizia di puro sostentamento. 



L'obiettivo è quello di far rivivere capanne di fango e terra destinate ad ospitare turisti di tutto il mondo. Rispetto al tipico resort africano, l’elemento antropologico locale diventa punto di partenza e riferimento intorno al quale gira questo nuovo modello di ospitalità. 

“Sull’isola di Nkombo costruiremo delle capanne a 2mila euro l’una, quando la camera di un resort ne costa in media tra i 50 e i 65 mila, ma si porta dietro sempre un’idea di finto e di omologato, sono architetture tutte uguali che non tengono conto del contesto in cui si trovano” – afferma Daniele Kihlgren, come riporta il Corriere.



Il progetto per le capanne prende avvio dal materiale presente nel Museo Etnografico della capitale francofona del Rwanda, Butare, museo appartenuto al Re del Belgio e oggi proprietà dello stato Rwandese, ma ad un primo sguardo queste capanne non sono così dissimili da tante altre che si trovano nelle montagne della foresta equatoriale.
La zona dove sono collocate le capanne è quella all'estremità settentrionale dell’isola, quella più distante dalla terra ferma, con la più bassa densità di popolazione ed abitata da una minoranza Musulmana.


 
Anche questo terzo progetto mira all'idea che le strutture per il turismo progettate dall'uomo non devastino i sottili equilibri socioculturali del territorio.
Finanziata interamente dai Soci dell’Associazione Sextantio Onlus, gli utili di gestione provenienti da questa nuova attività verranno devoluti alla stessa Associazione che da più di un decennio dispensa l’assicurazione sanitaria alle persone più indigenti nello stato del Rwanda, a partire dagli abitanti più poveri dell’isola.
La sua dimensione di economia sociale si declinerà nel sostenere le assicurazioni sanitarie che prevengono malattie curabili a costi irrisori, ma che producono tutt’ora un alto tasso di mortalità.
 


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