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Palazzo Fulcis: il nuovo Museo Civico di Belluno
ARTECO per la conversione 'da residenza di palazzo al museo nel palazzo'
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22/03/2017 - Il nuovo Museo Civico di Belluno a Palazzo Fulcis è stato inaugurato a fine gennaio. Lo studio veronese ARTECO Architecture Engineering Consulting ha curato il progetto di restauro e l’allestimento museale.

Palazzo Fulcis costituisce per la città di Belluno un edificio unico per l’originalità dell’architettura, per le decorazioni e per la storia che ne ha caratterizzato le vicende.

Il complesso è il risultato dell’intervento attuato nel 1776 dall’architetto Valentino Alpago Novello che ha unificato le tre proprietà affacciate sulla via principale (oggi via Roma) in un insieme di raffinata eleganza, realizzando, inoltre, il grande salone d’onore, lo scalone che ad esso conduce, una nuova distribuzione degli spazi ed altro ancora. Il Palazzo subì poi varie suddivisioni che lo privarono dell’originaria unitarietà.

Il museo si sviluppa partendo dal piano terra, luogo degli ingressi principali da via Roma attraverso la biglietteria/bookshop e dallo scalone storico che si prende dall’androne, al piano interrato e ai piani superiori (primo e secondo), dove sono allestite le aree tematiche, fino al piano terzo dedicato agli allestimenti temporanei oltre all’esposizione delle tele del Camerino d’Ercole di Sebastiano Ricci.

Il complesso monumentale di 3.000 mq si articola in 24 stanze che con diverse caratteristiche architettoniche valorizzano le collezioni civiche.

Contemporaneamente ai ritrovamenti archeologici (otto tombe a inumazione di età longobarda e fosse di scarico di materiali ceramici di epoca tardo-rinascimentale) rinvenuti nella fase di indagine sulle strutture di fondazione, i primi rilievi del palazzo hanno comportato un esame attento degli spazi per la comprensione delle caratteristiche architettoniche e distributive del complesso monumentale alterate dagli interventi succeduti nel corso degli anni, come il piano terra trasformato quasi totalmente in attività commerciali e il frazionamento in più unità abitative ai piani superiori non collegate tra loro.

Il progetto di restauro conservativo si è arricchito del necessario adeguamento strutturale e impiantistico per la creazione del nuovo spazio espositivo, dalla residenza di palazzo al museo nel palazzo.

Il nuovo sistema distributivo presenta caratteri di grande leggerezza e trasparenza, rispettando le murature storiche anche attraverso la particolare struttura portante della nuova scala che viene portata a sbalzo dai pianerottoli di piano. Il vano che ospita scala e ascensore, in origine un cortile interno al complesso del palazzo, si conclude in alto con due piani inclinati rivestiti in rame e parzialmente trasparenti. Sotto il grande lucernario, una schermatura lamellare ha il compito di distribuire e diffondere la luce naturale a tutti i livelli.

L’insieme dei collegamenti previsti nell’ala ovest consentono l’uso dello scalone settecentesco come accesso indipendente al grande salone ad esso adiacente, offrendo così alla città una prestigiosa sede di conferenze, incontri culturali, presentazioni di eventi che può anche assumerne una preziosa funzione di supporto alla stessa attività museale.

Un secondo intervento rilevante riguarda l’adeguamento delle portate del solaio di calpestio del piano terzo nella sua parte centrale, sotto cui si estende il soffitto del salone che celebra le imprese del casato. E’ stato necessario realizzare un nuovo solaio di calpestio, leggermente sopraelevato, in appoggio alle murature laterali che garantisce la totale fruibilità del piano (mq 500) destinato alle esposizioni temporanee.

I lavori di restauro del palazzo hanno portato ad una valorizzazione del complesso monumentale attraverso interventi volti alla messa in luce delle finiture settecentesche trovate, in molte situazioni nascoste da altre finiture più recenti, come per i pavimenti in terrazzo alla veneziana, i pavimenti in legno ad intarsio, i controsoffitti in cantinelle con finiture a stucco, le pareti in marmorino e affresco, le porte interne in legno e i serramenti esterni con vetri anche piombati.

Il progetto degli arredi segue la volontà di integrare lo spazio architettonico del Palazzo, fortemente connotato (1776), con lo spazio espositivo che richiede allestimenti assolutamente neutri, quasi invisibili, che consentano la visione delle opere esposte e, contemporaneamente, le pregevoli finiture delle pareti e dei pavimenti.

Un ritorno alla vita del palazzo nel suo splendore, un ritorno alla città tra delicati equilibri nelle nuove vesti di museo.


  Scheda progetto: Palazzo Fulcis
ARTECO
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