24/01/2017 - Venerdì 3 febbraio 2017 inaugura presso la Fondazione Pastificio Cerere di Roma, la mostra ‘Sections of Autonomy. Six Korean Architects’ a cura di Choi Won-joon e Luca Galofaro.
L’esposizione è dedicata all'architettura coreana contemporanea e racconta attraverso immagini, foto, disegni e modelli, il lavoro di sei progettisti tra i più rilevanti del panorama nazionale.
Choi Moon-gyu (Ga.A Architects), Jang Yoon-gyoo ( Unsangdong Architects Cooperation), Kim Jong-kyu (M.A.R.U.), Kim Jun-sung (Architecture Studio hANd), Kim Seung-hoy ( KYWC Architects), Kim Young-joon (YO2 Architects) sono architetti che professionalmente hanno esordito tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000, un periodo particolarmente significativo per la Corea perché caratterizzato da una crescente libertà politica e culturale.
Come spiega il curatore Choi Won-joon: "Essi rappresentano la prima generazione di architetti coreani non condizionati da pressioni ideologiche, e dunque liberi e capaci di esprimere completamente la propria autonomia, la propria individualità, la quale è radicata nella cultura locale, ma consapevole della ricerca architettonica internazionale.
Come progettisti hanno saputo allontanarsi da un sistema di riferimenti e di valori prefissati, per elaborare i temi del presente attraverso le modalità, diversificate ed amplificate, del linguaggio architettonico".
"Le architetture scelte ed esposte in mostra appaiono come frammenti della struttura urbana, capaci di riprodurre la complessità dello spazio pubblico circostante e di metabolizzare al loro interno l’estrema vivacità delle metropoli coreane" aggiunge il curatore Luca Galofaro.
L’allestimento è di studio LGSMA (Luca Galofaro Stefania Manna e Associati) e prevede un percorso lineare che si apre con un’introduzione alla mostra di Choi Won-joon nella prima sala, per poi proseguire nelle successive ed incontrare sei isole, ognuna dedicata ad un architetto.
Lo spazio dell’ultima sala è scandito dall’installazione di grandi lastre in vetro poggiate a terra, che assemblano suggestioni visive e rimandano ad un immaginario caleidoscopico della Corea.
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