29/10/2015 - InGalera: il primo ristorante all’interno di un carcere italiano. La II Casa di Reclusione di Milano Bollate accoglie un progetto che per la prima volta mette in comunicazione il “fuori e il dentro”.
Il ristorante è uno dei risultati di un ambizioso percorso, quello avviato nel 2004 dal Carcere di Bollate con la cooperativa sociale ABC La sapienza in tavola, che opera a favore dei percorso riabilitativi nel tentativo di valorizzare l’aspetto rieducativo della pena e di riscattare chi ha trascorso un periodo della propria vita in carcere.
Oltre ad offrire ai detenuti competenze formative e lavorative utili al loro reinserimento sociale il progetto InGalera offre a tutti l’opportunità di
interfacciarsi con il mondo carcerario.
Gli interni del locale sono curati dall’architetto Augusta Comi, che ne descrive le scelte: “L’idea progettuale del ristorante InGalera nasce dall’osservazione delle linee essenziali e rigorose tipiche degli ambienti delle strutture carcerarie, luoghi in cui l'aspetto funzionale è tenuto in grande considerazione. L’uso dei colori pastello, che riprende il tema delle cornici delle finestre della facciata, dona all’ambiente
un carattere di leggerezza e elegante sobrietà”.
La scelta degli arredi include le sedute Volt di Pedrali, con e senza braccioli nei colori bianco e beige, disegnate da Claudio Dondoli e Marco Pocci, e i tavoli Inox con basamento verniciato bianco.
I dipendenti del ristorante, che conta 52 posti a sedere, sono tutti detenuti, ad eccezione dello chef Ivan Manzo e del maître Massimo Sestito, quattro i tirocinanti che provengono dalla sezione carceraria dell’Istituto alberghiero Frisi.
|