24/06/2015 - La quinta edizione del festival di Torino 'Architettura in città' è ormai alle porte. Martedì 30 giugno, alle ore 18, si darà il via all'atteso calendario estivo che anima non solo il capoluogo piemontese, ma passa anche per Chieri, Ivrea, Moncalieri, Rivoli, Settimo Torinese, San Mauro Torinese e Venaria Reale, con un programma di 26 incontri, 28 mostre, 18 itinerari, 8 spettacoli, 6 presentazioni di libri e 5 laboratori.
Casa del festival, l'ex Borsa Valori di Torino, che, per l'occasione, riaprirà i propri spazi ai cittadini per la prima volta dal 1992 e che, subito dopo la cerimonia inaugurale, ospiterà i primi due appuntamenti dell'iniziativa.
L'edificio, progettato da Roberto Gabetti, Aimaro Oreglia d'Isola e Giorgio Raineri e realizzato tra il 1952 e il 1956, è rimasto poi inutilizzato dalla fine degli anni ’90, e per lungo tempo chiuso per le operazioni di bonifica dall’amianto.
“Una sede simbolica” dichiara il presidente della Fondazione OAT, Giorgio Giani “della nostra volontà di aprirci alla cittadinanza: torniamo in centro (dopo due edizioni con collocazioni più periferiche) per essere in un luogo di passaggio, dove possiamo intercettare un pubblico ampio, non solo di addetti ai lavori. Inoltre far scoprire e rendere nuovamente visitabile un gioiello dell’architettura moderna come la Borsa Valori è un’operazione perfettamente in linea con il nostro intento divulgativo e con la nostra mission di promuovere la qualità dell’architettura.”
Sconfinamenti è il titolo di questa edizione, ossia un invito all’esplorazione dei confini per approfondire i concetti di inclusione ed esclusione, discutere dell’accessibilità degli spazi, per analizzare limiti territoriali e infrastrutturali o recenti cambiamenti amministrativi.
“Sconfinare è ormai una necessità quotidiana per l’architetto” sottolinea il presidente dell’Ordine degli Architetti Marco Aimetti “Tutte le certezze che hanno accompagnato in anni passati la nostra professione, definita protetta e, pertanto, confinata, sono venute meno obbligandoci ad esplorare nuove aree, nuovi spazi e, in estrema sintesi, a sfondare confini teorici e oltrepassare confini reali che costituivano, in fondo, anche una sicurezza.”
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