30/07/2013 - Ricorre quest’anno il centenario della piastrella per Cooperativa Ceramica d’Imola: risale infatti al 1913 la prima produzione di pavimenti ceramici realizzati dalla più antica Cooperativa di Produzione e Lavoro d’Italia.
Un’occasione per fermarsi e gettare uno sguardo al passato, ripercorrendo tracce storiche indelebili e fortemente identitarie, ma anche un momento privilegiato per qualche preziosa anteprima, in vista dell’appuntamento più importante per il settore: il Cersaie 2013.
Centenario della piastrella: allestimenti e percorsi creativi nella sede storica.
Tracciamo con Andrea Mensitieri, marketing director di Cooperativa Ceramica d’Imola, la storia produttiva e creativa del gruppo, concretizzatasi in questi giorni in una mostra focalizzata sul rapporto tra memoria e innovazione, un excursus tra arte e tecnologia, animato da proiezioni e musiche classiche.
[D] La storia di Cooperativa Ceramica d’Imola va rintracciata nel lontano 1874, quando la fabbrica viene ceduta da Giuseppe Bucci ai propri operai. All’epoca si producevano unicamente stoviglie e maioliche. Poi il design ha fatto capolino e con esso sono arrivate le piastrelle. E sono trascorsi 100 anni. La mostra allestita come li ripercorre?
[R] Gli allestimenti realizzati puntano a far dialogare passato e presente, opera compiuta e prodotto in progress, perché in queste dicotomie si nasconde e si forma l’elemento che irrompe e innova. Abbiamo voluto ripercorrere il segno artistico esponendo capisaldi ceramici, dalle sculture in maiolica di Joe Tilson sino ai lavori di Pomodoro. L’arte dialoga con la decorazione, i motivi, le forme e le geometrie delle prime produzioni di pavimenti e rivestimenti di Cooperativa Ceramica d’Imola. Su quelle superfici ceramiche si legge un segno artistico e decorativo importante. Ma le piastrelle non si limitano a questo. Questi elementi raccontano la storia dell’architettura e del design, ne tramandano modi e tendenze, hanno una valenza storica importantissima.
[D] Un tragitto espositivo in cui si legge proprio la volontà di far convivere contemporaneità e memoria, da dove siete partiti?
[R] La piastrella, vista la ricorrenza, non poteva che essere il fil rouge, siamo partiti da lì. Abbiamo quindi accostato i pezzi forti delle produzioni passate con i lavori, gli studi e le ricerche fatte per le ultime collezioni. Superfici a confronto quindi, ma anche superfici che si richiamano continuamente.
[D] Le sensazioni non possono dirsi solamente visive, l’intento sembra quello di far vivere un’esperienza multisensoriale al visitatore. È corretto?
[R] Gli allestimenti di questa mostra puntano a coinvolgere chi vi assiste con stimoli diversi. Innanzitutto abbiamo materie differenti, sensazioni tattili agli antipodi, stili e forme complementari, superfici in totale antinomia e altre che diventano lo spazio per miscele e incontri. Una fantasia visiva che abbiamo voluto accompagnare con scelte sonore rilassanti: musiche classiche che equilibrano. A queste abbiamo aggiunto grandi proiezioni su muro e inserti di design.
[D] L’ultima tappa del percorso espositivo porta negli showroom di Cooperativa Ceramica d’Imola, di cosa si tratta esattamente? Qui, poi, la contemporaneità regna sovrana, perché questa scelta negli allestimenti?
[R] I nostri showroom, ultimati di recente, sono ottimi esempi di archeologia industriale. In questi contesti post-industriali, dotati di grande fascino contemporaneo, abitano le collezioni di Cooperativa Ceramica d’Imola. Non si tratta di aree espositive nel senso tradizione del termine, l’intento è stato quello di creare spazi unici, di singolare bellezza, dal valore architettonico. Per questo motivo in queste aree cambia il concept espostivo. In questi ambienti siamo partiti da una visione più astratta e concettuale, per condurre alla scoperta delle ultime linee di prodotto di LaFaenzaCeramica, LeonardoCeramica e ImolaCeramica. Vi troviamo quindi manichini androgini, lampadari mai terminati, a dare un senso di continuo divenire e ricerca in progress.
Trend e anteprime ceramiche
Indiscrezioni e trend in pillole le abbiamo invece strappate all’architetto Elisabetta Bandini, product manager del Gruppo, a capo di uno staff di esperti a caccia di avanguardie, novità e ispirazioni.
[D] Essere product manager significa orientare le tendenze ceramiche e proporre soluzioni d’avanguardia. Quali fonti ispirative sono preziose?
[R] La nascita di una nuova collezione ha un periodo di gestazione ed elaborazione piuttosto lungo e complesso. Sicuramente stimolante. Il momento della ricerca è la fase della scoperta, quella in cui le idee s’inseguono, senza la necessità di avere un ordine, seguire una logica o una sequenza. In questo stadio l’esigenza è quella di guardarsi intorno, esplorare e fare incursioni in settori e mondi non propriamente ceramici. Di qui la partecipazione alle fiere internazionali più importanti in fatto di architettura e design. Ma non solo. Capitali e centri nevralgici di moda, arredamento e stile vengono battuti costantemente. Un dettaglio, uno scatto catturato in un bistrot o un decoro tessile arrivano a fondersi con la superficie ceramica e a trovare diverso collocamento, lontano dal contesto originario, eppur perfettamente integrato.
[D] Com’è cambiato il ruolo della piastrella negli anni?
[R] La piastrella può essere considerata a tutti gli effetti il primo prodotto di uso domestico ad associare aspetto funzionale e decorativo. Il ruolo rivestito da pavimenti e rivestimenti ha conosciuto nel tempo evoluzioni importanti. La ricerca tecnologia ha fatto passi da gigante e oggi pavimenti e rivestimenti sono, a tutti gli effetti, parte integrante di una precisa scelta di stile, di un gusto personale che trova piena integrazione con scelte architettoniche e di design.
[D] Quali gli aspetti verso cui vertono maggiormente i vostri sforzi investigativi e di ricerca?
[R] Il lavoro che stiamo portando avanti ormai da qualche anno punta tutto sulla materia ceramica, che presenta ancora numerosi versanti inesplorati. Indaghiamo applicazioni specifiche per creare effetti e inclusioni materiche nello spessore. Riprendiamo i materiali che si trovano in natura, li lavoriamo, li studiamo e li integriamo nella nostra materia. Anche da questo punto di vista le ispirazioni sono molteplici: da un tessuto pregiato passiamo alle mille declinazioni e ai giochi materici consentiti dal sughero.
[D] Il countdown per l’appuntamento più importante del settore ceramico è iniziato. Cosa aspettarsi dal Cersaie 2013?
[R] Le nuove collezioni di ImolaCeramica, LaFaenzaCeramica e LeonardoCeramica riflettono gli sforzi fatti in questo anno. Massima attenzione è stata rivolta al rivestimento, con particolare riferimento, come accennato sopra, alla materia. E qui abbiamo cercato una sintesi tra innovazione e tradizione, ispirati anche dal centenario. Abbiamo percorso a ritroso la storia di Cooperativa Ceramica d’Imola.
Abbiamo spolverato gli archivi storici e riscoperto decori, strutture, idee grafiche. Suggestioni e stili a cui abbiamo dato nuove luce e nuova espressione. Motivi floreali dal ricordo romantico, equilibri geometrici e texture bon ton acquistano nuova vita. Dalle nostre origini ceramiche è stato inoltre preso il classico formato 12×18. Le dimensioni minute, un tempo predilette per la facilità di posa, vedono una rinascita: colori pastello che e piastrelle da tenere in mano, per rivestimenti che ridisegnano lo spazio.
[D] Il passato viene richiamato come citazione colta, è così?
[R] Gli sforzi concettuali fatti sul ricordo e sulla tradizione sono notevoli: dettagli a lungo dimenticati diventano protagonisti.
Ecco allora che il marchio di fabbrica di Cooperativa Ceramica d’Imola, solitamente impresso nel retro della piastrella viene portato in superficie, trovando una nuova identità. La tridimensionalità è un altro aspetto su cui ci siamo soffermati: al tatto le superfici si animano e prendono vita, restituendo sensazioni tattili diverse, creando parallelismi impensati, dal food design sino alla tradizione tessile.
La tavoletta di cioccolato diventa allora un rivestimento che richiama le cromie del fondente, tutto da gustare nel formato 12×18.
[D] Cosa dire invece dei pavimenti, per i quali la ricerca sembra orientarsi verso soluzioni tecnologicamente evolute e sempre più performanti?
[R] Quest’anno si calpestano piastrelle high tech e dai tratti contemporanei. L’innovazione qui è al massimo, gli sforzi tecnologici non hanno eguali. La tecnologia si sposa sempre con un’etica green, attenta all’impatto sull’ambiente: nelle nuove collezioni abbiamo piastrelle prodotte con il 40% di recupero degli scarti crudi, con riduzione dell’uso di materie prime e salvaguardia delle risorse naturali.
La materia ceramica vive e si esalta nelle soluzioni altamente tecniche. Per certi versi abbiamo portato avanti un discorso iniziato negli ultimi due anni: quello della miscela e del mix. Porte aperte al Mix & Match, all’accostamento di materiali, texture e colori.
Una tendenza, quella dell’accostamento, che si ravvisa in numerosi settori e ambienti. Si pensi al lavoro fatto sui tessuti dalle grande case di moda. Non si tratta solo di accostare uno o più elementi, ma di creare piena omogeneità visiva facendo sposare i diversi componenti: materia ma anche cromia, formato e colore di fondo. Le soluzioni proposte sono di grande eleganza e di forte impatto visivo.
A percorso ultimato, l’impressione che resta è quella di un itinerario a tappe aperto sul futuro, tempo e luogo della sperimentazione ceramica, propenso a incursioni e interferenze con altri mondi e ambienti. L’esposizione lascia prefigurare interessanti evoluzioni per il settore: ricerca, rivisitazione e indagine non sembrano conoscere appagamento e tutto ciò si traduce in spazi nuovi, soluzioni residenziali e pubbliche in cui l’uomo calpesta e tocca superfici dotate di vita e forza materica.
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