11/02/2010 – Riparte il progetto Torino Porta Susa, la stazione di arrivo e partenza dei treni “Alta velocità” e di interscambio con le reti metropolitane. L’imponente scrigno di cristallo e acciaio sarà pronto entro il prossimo anno, e sarà coperto di pannelli fotovoltaici per il massimo risparmio energetico.
Dopo aver rescisso il contratto con l’Ati Cogel, aggiudicataria nel 2005 della gara d’appalto, Rfi ha deciso di affidare la cantierizzazione del progetto all’azienda trevigiana Guerrino Pivato Spa, che si era classificata al secondo posto. I lavori saranno realizzati in collaborazione con Bit, azienda anch’essa trevigiana specializzata nelle carpenterie metalliche. La consegna dell’opera, il cui valore è stato stimato per circa 40 milioni di euro, è prevista per fine agosto 2011.
Il progetto esecutivo porta la firma del gruppo francese Arep (capogruppo Jean-Marie Duthilleul e Etien Tricaud) con Silvio D’Ascia e Agostino Magnaghi, vincitori del concorso internazionale di progettazione indetto dalle Ferrovie dello stato (Rfi).
“Il progetto del nuovo fabbricato viaggiatori di Torino Porta Susa – spiegano da Arep – è il progetto di un vuoto urbano, di uno spazio pubblico, dove la stazione, vera e propria galleria coperta, diviene passage, strada, continuum spaziale, luogo di una nuova urbanità. La città entra in stazione..... e la stazione diviene essa stessa città”.
Sarà lo scalo ferroviario più importante del capoluogo piemontese. Parte del progetto sarà realizzato sottoterra. I binari saranno interrati, in modo da rendere invisibili convogli e collegamenti con la metropolitana. Simbolo della parte fuori terra sarà uno scrigno in cristallo e acciaio lungo 385 metri ((la lunghezza del TGV), largo 30 con un’altezza variabile rispetto alla quota stradale esterna tra i 12 ed i 3 metri al colmo della copertura.
“Il volume trasparente della stazione si propone come rivisitazione moderna del tema della galleria urbana ottocentesca e delle grandi hall delle stazioni storiche, oltre che come sorta di edificio-simbolo, simbolo del movimento, del viaggio e della presenza del mondo dei trasporti nella città contemporanea, simulacro urbano dell’oggetto treno, scomparso dallo scenario urbano al disotto della futura Spina Centrale”.
Rispetto al concept inziale, il progetto è stato arricchito di tecnologie finalizzate al risparmio energetico. I pannelli di vetro che danno forma alla galleria saranno distanziati tra loro di circa 40mm per consentire la ventilazione naturale, nonché integrate con cellule fotovoltaiche.
“L’obiettivo – dichiara Silvio d’Ascia – è di trasformare la stazione in una centrale energetica urbana”.
Per il riscaldamento e raffrescamento dell’edificio è previsto un sistema di pannelli radianti a pavimento; mentre nebbia artificiale ed alberature su vasi contribuiranno ad un maggiore comfort climatico nei caldi mesi estivi.
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