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Un polipo di otto metri invade il maestoso Grand Palais di Parigi
Tra i suoi tentacoli le 11 creazioni della Capsule Collection Artycapucines VII. La monumentale opera di Takashi Murakami per Louis Vuitton presentata in occasione di Art Basel Paris
Autore: antonella fraccalvieri
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Louis Vuitton × Takashi Murakami - Art Basel Paris 2025 - photo Adrien Dirand Louis Vuitton × Takashi Murakami - Art Basel Paris 2025 - photo Adrien Dirand
24/10/2025 - Un polipo alto otto metri invade lo spazio del maestoso Grand Palais di Parigi in occasione dell'edizione parigina di Art Basel. Si tratta dell'installazione di Takashi Murakami per Louis Vuitton, realizzata per presentare la collezione di borse Artycapucines VII, quasi 20 anni dopo la prima Capsule che ha unito il mondo estroso dell'artista giapponese con il savoir-faire della Maison francese.
 
Ispirata alle lanterne cinesi, quest'opera monumentale e vibrante è stata realizzata appositamente per lo spazio, che presenta anche una moquette con gli stessi motivi tentacolari della mostra. 
La testa luminosa del polpo mette in risalto l'iconico motivo Superflat Jellyfish Eyes di Murakami, entrato nel linguaggio visivo di Murakami già nel 2001. 
Ispirato all'infanzia dell'artista, questo motivo evoca la paura di essere osservati, conferendole al contempo una forma bizzarra che ne attenua la natura spaventosa. Il motivo del Kraken, invece, è caro a Murakami fin dalla creazione di The Octopus Eats Its Own Leg (2017). Pur ispirandosi ai miti della scomparsa e dell'inghiottimento, Murakami esorcizza queste queste paure universali trasformandole costantemente in forme giocose, quasi gioiose.
 
Le 11 creazioni della Collezione Artycapucines VII – Louis Vuitton x Takashi Murakami sono esposte all'interno dei suoi tentacoli, progettati in dialogo con i suoi personaggi e motivi distintivi, da Mr. DOB al Panda Superflat, inclusi gli iconici Smiling Flowers. 
 
La collezione si snoda attorno a tre Plush Balls, opere sferiche che Murakami sviluppa dal 1995. Originariamente ispirate all'effetto trompe-l'oeil della litografia Hand with Reflecting Sphere (1935) di Maurits Cornelis Escher, le Plush Balls sono sculture tridimensionali di peluche che immergono in una visione caleidoscopica del mondo.
 
Queste 11 creazioni offrono ai visitatori l'opportunità di ripercorrere il ricco universo estetico di Takashi Murakami, sublimato dall'eccellenza tecnica della Maison.
 
Con questa presentazione, Louis Vuitton rinnova il suo impegno per l’arte contemporanea. Questo forte legame è nato quasi un secolo fa, quando il nipote del fondatore, Gaston-Louis Vuitton, si avvalse del talento di artisti per progettare vetrine, pubblicità e oggetti per la Maison. 
Dal 1988, Louis Vuitton continua questa tradizione collaborando con artisti e designer di fama internazionale. La Maison mette a loro disposizione lo stesso savoir-faire e lo stesso spirito di innovazione che l'hanno plasmata fin dalla sua creazione, andando ben oltre la sua impareggiabile competenza nella lavorazione della pelle, ad esempio nella stampa 3D, come dimostrano alcuni pezzi della Collezione Louis Vuitton x Murakami 2025.
 
La Collezione Artypucines VII – Louis Vuitton x Takashi Murakami in mostra ad Art Basel Paris segna il culmine perfetto di questa collaborazione artistica iniziata nel 2003.
 
Dagli anni '90, Takashi Murakami ha ottenuto riconoscimenti internazionali per la sua esclusiva metodologia artistica contemporanea, che fonde l'arte tradizionale giapponese con il mondo anime, della fantascienza e della cultura pop giapponese.
 
Nato nel 1960 e formatosi alla Tokyo University of the Arts, l'artista ha attinto dalla pittura tradizionale nihonga, inventando al contempo un linguaggio visivo unico, combinando colori e motivi ricorrenti come fiori sorridenti, funghi e occhi – ormai tratti distintivi dell'estetica kawaii, di cui è uno dei più importanti ambasciatori. In questo modo, Murakami ha abbattuto i confini tra arte e sottocultura, tra arte giapponese e arte occidentale, fondendoli liberamente nella sua immaginazione caleidoscopica.
 
Questa estetica audace gli ha fatto guadagnare mostre personali in alcune delle più importanti istituzioni del mondo, dal Museum of Contemporary Art di Los Angeles al Guggenheim di Bilbao, e lo ha portato a essere incluso in prestigiose collezioni del Museum of Modern Art (New York) e del Centre Pompidou (Parigi).
 
Nel 2003, è stato il primo artista a essere invitato a reinterpretare la tela Monogram della Maison, creando un motivo Monogram con 33 colori e versioni che sovrappongono i suoi motivi distintivi, dal panda al fiore di ciliegio. Molte delle sue opere più celebri sono state esposte anche alla Fondation Louis Vuitton (Kaikai Kiki [2005], The Octopus Eats Its Own Leg [2017], tra le altre). Allo stesso modo, altri nomi di spicco come Sol LeWitt, James Rosenquist, Richard Prince, César e Yayoi Kusama figurano tra le collaborazioni della Maison.


Louis Vuitton × Takashi Murakami - Art Basel Paris 2025 - photo Adrien Dirand


Louis Vuitton × Takashi Murakami - Art Basel Paris 2025 - photo Adrien Dirand


Louis Vuitton × Takashi Murakami - Art Basel Paris 2025 - photo Adrien Dirand


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