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Joanna Vasconcelos, Flowers of My Desire, 2025, Ascona Museo Comunale d'Arte Moderna, credits Nicola Gnesi
27/06/2025 - Per tutta l’estate 2025, il Borgo di Ascona, sul versante elvetico del lago Maggiore, sarà teatro di uno dei più importanti eventi espositivi dell’anno. Fino al 12 ottobre 2025, il Museo Comunale d’Arte Moderna ospita Joana Vasconcelos. Flowers of my desire, la prima personale in una istituzione pubblica svizzera di Joana Vasconcelos (Lisbona, 1971), una delle voci più autorevoli dell’arte contemporanea internazionale, che ha partecipato a tre Biennali d’arte di Venezia ed esposto in prestigiose sedi in tutto il mondo, prima donna a proporre una propria mostra alla Reggia di Versailles e al Guggenheim Museum Bilbao.
La rassegna a carattere antologico, curata da Mara Folini e Alberto Fiz, appositamente ideata per gli spazi del Museo, propone nell’ambito di un allestimento spettacolare, 30 opere tra installazioni, lavori a parete, dipinti, disegni, video e libri, che ripercorrono le fasi salienti del suo percorso creativo, dall’inizio degli anni Novanta a oggi.
Una mostra coinvolgente e immersiva sin dall’ingresso con gli spettatori costretti a passare attraverso Wash and Go, installazione formata da due rulli colorati di tessuti che propongono una simbolica rigenerazione. Subito dopo avviene l’impatto con la Valchiria, intitolata La Baronessa, la scultura tessile alta dieci metri che appare nello spazio come una divinità fluida.
Salendo al primo piano si viene accolti da Red Independent Heart #3 alto tre metri: sospeso sul proprio asse, il cuore compie un movimento di rotazione circolare evocando i cicli della vita e dell’eterno ritorno accompagnato dal suono malinconico del Fado.
La sfera intima con connotazioni sottilmente erotiche non prive di ambiguità viene invece espressa da Flowers of My Desire, il lavoro che dà il titolo alla mostra. Non manca poi una serie di opere di forte denuncia sociale quali Vista Interior, legato al mondo dei consumi, Cama Valium, indirizzato all’abuso di farmaci, Menu do Dia che ha come riferimento la caccia e Fashion Victims #2 che prende di mira i condizionamenti della moda.
I lavori di Joana Vasconcelos hanno la specifica caratteristica d’interagire con lo spazio contaminando pittura, scultura e architettura. Questo processo ha coinvolto anche le opere a parete, come appare evidente nella serie di rare composizioni in fibra di vetro e acciaio che già sul finire degli anni Novanta sviluppano la tridimensionalità esprimendo insofferenza verso l’astrazione tradizionale. Da qui deriva Miragem, imponente composizione dove le forme in lana colorata sostituiscono l’uso del pennello e della pittura, così come Big Booby, scultura a parete che evoca un grande seno femminile giocando su voyeurismo e ammiccamento.
Un’intera sezione della mostra è poi dedicata agli Stupid Furniture, progetto che prevede il riutilizzo di mobili desueti o non più utilizzabili. L’artista ne riattiva le energie rimettendoli in circolazione in base a un processo metamorfico che consente di creare ambienti organici, ironici e coinvolgenti.
Joana Vasconcelos trasfigura gli oggetti con lo scopo di creare un proprio universo visionario di forte impatto emotivo destinato ad accogliere il visitatore. Quelle che si possono visitare in mostra sono stanze segrete, unite da un sottile filo rosso che permette di sviluppare un percorso unitario, ricco di sorprese e di occasioni per sentirsi liberi.
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