06/05/2019 - Il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Pio Monte della Misericordia, con la produzione e organizzazione della casa editrice Electa, promuovono una mostra per approfondire il periodo napoletano di Caravaggio e l’eredità lasciata nella città partenopea: Caravaggio Napoli, curata da Maria Cristina Terzaghi e Sylvain Bellenger.
L’incontro con la città di Napoli, le relazioni che intrecciò con il panorama artistico locale, segnarono definitivamente il percorso di Caravaggio. L’intensa resa della passione e dell’istinto nei dipinti napoletani identifica oggi, più che in altri momenti, l’immagine e la personalità dell’artista lombardo.
Caravaggio visse a Napoli per un totale di 18 mesi. Il primo soggiorno è databile tra l’ottobre del 1606 e giugno del 1607. In questi nove mesi furono realizzati capolavori straordinari e ben documentati, come le Sette opere di Misericordia, dipinto per il Pio Monte di Misericordia, la Flagellazione attualmente al Museo di Capodimonte. Dopo i suoi viaggi a Malta e in Sicilia, l’artista ritornò a Napoli, capitale del Viceregno spagnolo, nell’ottobre del 1609 e vi rimase fino all’estate successiva.
Il 18 luglio del 1610 a Porto Ercole, durante il viaggio di ritorno a Roma, Caravaggio morì tragicamente. Anche durante il secondo periodo napoletano il maestro lombardo dipinse opere di primaria importanza, tra cui il Martirio di Sant’Orsola (Napoli, Palazzo Zevallos Stigliano) e il San Giovanni Battista (Roma, Galleria Borghese).
La mostra offre però un’occasione unica e totalmente inedita: il paragone di alcuni pezzi fondamentali del catalogo caravaggesco, in particolare la Flagellazione di Rouen eseguita a Napoli, che sarà per la prima volta esposta nel suo contesto originario a confronto con l’altra Flagellazione che l’artista realizzò per la chiesa partenopea di San Domenico.
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