04/11/2014 - Chicago, la città nota come 'laboratorio urbano' per definizione è protagonista della mostra, e di una pubblicazione - “Chicagoisms” - all'Art Institute of Chicago, fino al 4 gennaio 2015.
L'iniziativa, a cura di Alexander Eisenschmidt e Jonathan Mekinda, ha invitato nove studi di architettura (Sam Jacob Studio, Port A+U, Dogma, UrbanLab, Bureau Spectacular, Sean Lally/WEATHERS, MVRDV, WW, ORG-Organization for Permanent Modernity) ad illustrare una propria “speculazione” sulla città di Chicago, attraverso un modello e un testo breve.
Una sorta di provocazione che riguarda il lato più ambiguo del rapporto fra urbanisti e architetti, nonchè il confine sottile fra 'sperimentazione' e 'speculazione'.
L'identità di Chicago è delineata con i tratti di 'incubatrice' di idee e invenzioni, nel periodo compreso tra Ottocento e Novecento: dalla White City del 1893 agli esperimenti sociali di Jane Addams alla Hull House, dall'invenzione del grattacielo agli effetti della griglia nel rapporto complesso fra oggetto e contesto, fino all'odierna e lieve nostalgia della tradizionale forma di speculazione edilizia.
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