19/06/2014 - Una mostra insolita allestita al Museo Marino Marini di Firenze fino al 21 luglio: "Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita".
Una raccolta di circa cinquanta pezzi, poco noti, provenienti dalla collezione di ceramiche di Giò Ponti del Museo di Doccia, e una selezione di quasi trenta di lettere inedite dell’architetto, provenienti dall’archivio della Manifattura di Doccia, con schizzi, disegni e indicazioni di produzione.
La maggior parte delle ceramiche esposte rappresentano pezzi unici della preziosa collezione del Museo Richard Ginori. La mostra, a cura di Livia Frescobaldi Malenchini, Oliva Rucellai, Alberto Salvadori, è strutturata in sezioni tematiche ben definite: dall’idea al prodotto, le committenze speciali, la comunicazione, il ruolo delle mostre.
La Richard Ginori, una delle principali industrie ceramiche in Europa, al termine del primo conflitto mondiale, vive una delle sue età più gloriose. Il merito è da attribuirsi proprio al giovane architetto Giò Ponti (1891-1979), che inizia a collaborare con la società nel 1922, diventandone il direttore artistico per un decennio.
Il talento creativo, la passione per l'industria e per l'artigianato, la capacità di guidare il gusto e le aspettative dei suoi contemporanei fecero di Giò Ponti il 'rinnovatore' delle ceramiche d'arte Richard Ginori: "Le nostre industrie devono pareggiare le qualità delle straniere, e rappresentare con una decorazione di puri e accorti riferimenti stilistici, i motivi nostrani che possano renderla riconoscibile, desiderata e rappresentativa."
(Giò Ponti, 1926).
Le lettere offrono ai visitatori un nuovo spunto di riflessione sul metodo lavorativo del designer e sul suo sodalizio con la Richard Ginori, basato sulla costante ricerca di innovazione delle idee e del prodotto, e suggeriscono la riflessione sulla creatività italiana e sui maggiori esponenti di questa a livello internazionale.
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