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Le residenze collettive RPE18 di Andrea Oliva
Le facciate osservano i vari scenari contestuali con differenti caratterizzazioni
Autore: cecilia di marzo
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16/08/2013 - L’edificio RPE18 dell'architetto Andrea Oliva, è il vincitore di un concorso di progettazione per la realizzazione di un edificio residenziale di 1800 mq di S.u. indetto nel 2006 dal Comune di Bagnolo in Piano (RE).

Le residenze di Bagnolo in Piano, 18 alloggi (di cui 5 per anziani e 8 per giovani coppie), sono il risultato dell’applicazione di un’idea unificante capace di tenere insieme le grande e la piccola scala, il piano e il dettaglio, con la dimensione urbana, spesso disgregante e  semplicistica di una piccola città, in questo caso segnata dalla centuriazione.

Nell’affrontare il tema della residenza collettiva, paesaggio e spazio pubblico sono i due primi elementi trattati alla scala urbana ai quali fanno seguito i concetti di sicurezza, riservatezza e addizione dello spazio privato. La scelta di costruire un fronte urbano sul paesaggio agreste compatto ma attraversabile, integrato ma identificabile ha portato alla progettazione di un edificio che funzionasse da porta al tessuto compatto del quartiere che mettesse in relazione reciproca le due densità di città e campagna e le due scale di prossimità e lontananza. Con un impianto tipologico lineare vengono creati varchi prospettici e luoghi permeabili in cui verde ed edificio stabiliscono un rapporto biunivoco nel paesaggio urbano. La chiarezza compositiva dell’impianto tipologico a “L”, a chiusura del lacerto urbano, offre una risposta alla reciprocità dell’ “estroversa” e grande scala della campagna (alloggi per giovani coppie) con quella “introversa” e minore della vita quotidiana e di quartiere (alloggi per anziani) passando per una semi-corte che incarna il significato di soglia d’accesso tra pubblico e privato, tra città e campagna.

L’evoluzione dei modi dell’abitare, l’uso del tempo libero e la necessità di spazi sempre più dinamici e flessibili sono stati affrontati applicando criteri progettuali in grado di caratterizzare i luoghi di relazione (ballatoi, parco, giardino) e i luoghi dell’abitare (appartamenti, logge, serre). Nella riconoscibilità del ballatoio come spazio semi-pubblico fa contro la ricerca di riservatezza dell’alloggio che grazie all’uso di ampie logge / serra offre una vera e propria stanza all’aperto rendendo dinamico l’uso dello stesso nel decorso delle stagioni.

La distribuzione dell’edificio si compone di un piano seminterrato adibito ad autorimesse e cantine su cui si posa il piano terra connotato da un “mitigatore bioclimatico” o portico che circoscrive completamente il complesso architettonico.

Il congegno tipologico che unisce alloggi in linea al piano terra con duplex e simplex a ballatoio ai piani superiori definisce i criteri figurativi delle facciate che osservano i vari scenari contestuali con differenti caratterizzazioni. Sul fronte nord la sequenza dei duplex al piano primo accentua la combinazione tra vuoti e pieni in un ritmo contenuto dall’impaginato lineare del portico. Il fronte ovest e sud si affacciano con le logge addizionali al parco attraverso una racconto infinito di soluzioni e vibrazioni dettate dalle ante a libro a tutta altezza. Il ballatoio del fronte est si propone come naturale estensione della soglia pubblica della corte privata in una sequenza libera di pieni e vuoti. Nei punti di interscambio dei percorsi verticali e orizzontali (camminamenti / scale / ascensore) che vengono raccolti dal portico / copertura, il ballatoio si dilata a formare avamposti che si affacciano sul paesaggio. Al piano terra la sala polivalente, dimensionata sulle esigenze del quartiere e affacciata sul parco, condivide lo spazio pubblico del portico costruendo una ulteriore soglia tra privato e pubblico.


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