16/10/2012 - Fino al prossimo 24 ottobre è possibile visitare la mostra “Come Hanno Risposto Gli Architetti All’immediato Post-11/3? Il Grande Terremoto Del Giappone Orientale” allestita presso l’Istituto Giapponese di Cultura, a Roma, a cura di Taro Igarashi.
Dopo il Grande Terremoto del Giappone Orientale seguito dal violento tsunami che lo scorso marzo 2011 ha devastato un territorio già avvezzo alle scosse sismiche, distruggendo localiltà, edifici in cemento rinforzato e architetture antisismiche, numerosi architetti hanno avviato una serie di operazioni, progetti e indagini per affrontare l’accaduto.
Una serie di progetti è stata presentata da Gruppi di architetti, organizzazioni, istituiti universitari ed il Japan Institute of Architects, tra cui anche KISYN (il cui termine giapponese kishin, significa “desiderare casa”) composto dagli architetti Kengo Kuma, Toyo Ito, Kazuyo Sejima, Riken Yamamoto e Hiroshi Naito, e ArchiAid, un network di architetti, tra cui Hitoshi Abe e Yoshiharu Tsukamoto.
La mostra, che illustra le proposte nelle zone colpite dalla catastrofe è suddivisa in quattro fasi/sezioni:
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la prima raccoglie le misure d’emergenza adottate subito dopo il terremoto/tsunami, quando palestre e infrastrutture culturali hanno ospitato le vittime e gli architetti hanno provveduto a creare partizioni in cartone o tessuto per motivi di privacy;
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la seconda descrive più di 50.000 progetti di alloggi temporanei realizzati in cortili, parchi, aree libere;
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la terza comprende una successione di progetti di ricostruzione da completarsi entro il 2012;
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la quarta espone i progetti promossi da Architecture for Humanity e dall’Home-for-All di Toyo Ito, che ha lo scopo di coinvolgere anche archistar come Zaha Hadid e Frank Gehry.
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