13/02/2012 - Kengo Kuma ha progettato lo Yusuhara Machino-eki con un inedito mix di funzioni, la struttura è insieme un mercato specializzato in prodotti locali e un piccolo hotel di 15 camere.
Yusuhara è attraversata da una strada che già anticamemte permetteva di attraversare le regioni più remote del Giappone. Lungo questa strada esistono numerosi punti di sosta per i viaggiatori, chiamati “Chad Do”, non semplici albergi ma soprattutto punti di incontro e promozione culturale, dove, all'arrivo dei viaggiatori, viene ancora offerta una tazza di the.
Concepito per essere al centro della vita sociale di questa cittadina nel cuore del Giappone, il progetto presenta molti elementi architettonici caratteristici: innanzi tutto le balle di paglia, utilizzate nella facciata principale per creare le geometrie di una parete-schermo senza precedenti.
Attraverso la loro disposizione, l'alternanza di pieni e vuoti, si cerca di sfuttare al massimo il grande atrio del mercato come volano termico, anche per le camere dell'hotel che vi si affacciano. All'interno lo spazio è attraversato da una selva di alberi/pilastri, sottili tronchi di cedro semplicemente privati della loro corteccia e disposti secondo una geometria piuttosto libera a sorreggere la copertura.
Le caratteristiche dell'architettura giapponese si possono ritrovare tutte visitando questo edificio: a partire da una certa austerità e dai metodi di costruzione a secco, fino all'utilizzo di materiali leggeri e porosi, lasciati il più possibile al naturale. Noi occidentali infatti, nel corso dei secoli, abbiamo tradizionalmente scelto la pietra (e poi il cemento) per sopraffare la natura, mentre i giapponesi, sentendosi parte della natura, hanno scelto come materiale predominante il legno.
L'utilizzo della paglia senza protezioni e del legno non trattato presuppongono l'accettazione di un naturale invecchiamento dell'edificio. In questi ultimi anni questo tipo di approccio è tornato di grande attualità e una strada in questa direzione è stato intrapresa anche nel nostro paese, con la riscoperta di materiali e saperi dimenticati, anche attraverso l'impegno di associazioni come Edilpaglia e Federlegno.
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