15/02/2010 – Si è concluso con la mancata attribuzione del primo premio, pari a 10mila euro, il concorso per la
riqualificazione e il riuso del complesso storico e dell'arena circostante il
Castello Visconteo di Pandino (Cremona).
"La grande varietà delle proposte ha risolto solo in parte alla mancanza di soluzioni valutate convincenti capaci di tenere insieme la complessità delle componenti che interagiscono non solo nel manufatto. Si è arrivati dunque alla conclusione che nessuna proposta può essere condivisa completamente in quanto non risponde in modo soddisfacente e sufficientemente a tutti gli obiettivi del bando. Per questo motivo si è deciso di avvalersi della possibilità indicata dal bando di non assegnare il primo premio ma di assegnare l’importo del suddetto, in tutto o in parte, ad un numero maggiore di proposte ritenute meritevoli di rimborso spese e di menzione. A questo proposito la Commissione ha individuato n. 5 proposte, tre delle quali a cui
elargire le menzioni sopra citate, le rimanenti due, che rappresentano le prime classificate nella graduatoria definitiva, a cui assegnare gli altri due premi previsti dal bando di gara. La graduatoria è stata stilata in ottemperanza alle indicazioni del bando con attribuzione di punteggi assegnati secondo i criteri prefissati e delle sottocategorie individuate dalla Commissione e presenti nei verbali di gara", si legge nell'avviso pubblico diffuso dall'Area Lavori Pubblici e Urbanistica del Comune di Pandino.
Al primo posto della graduatoria il progetto "Pandino 2015", dello studio d’architettura
Redaelli Speranza (Milano), cui è spettata una somma pari a 3mila euro, seguito dalla proposta intitolata "In/Visibile" del team guidato dall’arch.
Angelica Tortora, destinatario di una somma pari a 3mila euro e dal lavoro "Il Castello racconta: storia, cultura, identità", dello
Studio Associato Tedeschi, cui è stata attribuita una menzione speciale e un rimborso pari a 2mila euro.
“La sfida culturale è stata soprattutto pensare al
riutilizzo del Castello e alla sua Arena: un’architettura storica, oltre che un caposaldo urbano della struttura generale della città, nata con funzioni non più oggi attuabili, trasformatasi nei secoli in vari modi e che oggi deve trovare nuove funzioni coerenti sia con la propria natura di monumento storico, ma coerenti anche con una società in trasformazione. La risposta non può che essere un progetto e un’idea che offrano usi di città più “complessi” rispetto alla sola museificazione del monumento (un ruolo che peraltro il Castello di Pandino non ha mai avuto) e che siano sostenibili dal punto di vista gestionale ed economico - spiegano dallo studio Radaelli Speranza, vincitore "morale" della competizione.