04/11/2008 – É Beniamino Servino, col progetto per l’Ampliamento e rimodellamento di una casa a Pozzovetere (Caserta), il vincitore di Arch&Stone’08. La competizione, a cui hanno preso parte trentadue concorrenti, è organizzata dal Consorzio Produttori Marmo Botticino Classico, ed è destinata progettisti italiani che abbiano realizzato, tra il 2000 e il 2007, opere d’architettura contemporanea in marmo.
La giuria del concorso, composta da Giovanni Leoni (in qualità di presidente), Mauro Galantino, Sergio Pascolo, Roberto Rezzola, Franco Maffeis e Mario Rossi, nella proclamazione del vincitore, ha fornito le seguenti motivazioni: “Il progetto, di raffinata resa grafica, è innanzi tutto caratterizzato da un uso della pietra in chiave originale e innovativa poiché la materia diviene strumento di riqualificazione architettonica in un contesto difficile, e non di meno tipico, di periferia urbana italiana. A tal fine la pietra - tufo giallo campano - non è utilizzata come semplice rivestimento ma quale elemento di un sistema che coniuga felicemente considerazioni costruttive e attenzione per le qualità architettoniche ricercate”.
“In tal senso - continua la comunicazione ufficiale - il progetto risponde anche al parametro, indicato dal bando, della prospettiva di produzione seriale e della compatibilità tecnica tra i materiali impiegati. Non meno apprezzabile è il richiamo, in chiave non contestualista, alle qualità materiche e alle texture specifiche del luogo”.
Una menzione speciale per la “Realizzazione in Pietra Locale” è spettata a Ipostudio Architetti Associati, col progetto per la Banca di Credito Cooperativo del Chianti Fiorentino a Sambuca (Fi). La giuria del concorso ha premiato il lavoro in quanto capace di “risolvere un tema architettonico complesso, per programma e relazioni con il contesto, incentrando il progetto su una riflessione relativa a tecniche costruttive tradizionali attualizzate e ricondotte a una contemporanea concezione compositiva”.
Nello specifico, si legge nella motivazione approntata dalla giuria: “La relazione fra la dimensione tellurica del basamento - realizzato in pietraforte locale – e la tessitura dello schermo in legno è occasione di felice confronto tra principi costruttivi differenti e fondamentali nel fare architettonico testimoniando, con un esempio di ottima qualità, la rinnovata attenzione della cultura architettonica italiana per gli aspetti di materializzazione e costruzione della architettura.”
Due, infine, i lavori segnalati dalla commissione giudicatrice per “qualità architettoniche connesse all’uso della pietra”. Il primo, messo a punto da Renato Morganti (MCM) e Laura Scrimieri, riguarda il “Recupero del Sepolcreto della Cittadella Vescovile di Sora” (Frosinone). Il secondo è stato invece ideato da Pietro Carlo Pellegrini per la realizzazione del “Muro della Memoria”, all’interno del Monastero delle Monache Passioniste di S. Gemma in quel di Arancio (Lucca).
Al primo classificato è spettato un premio pari a 5.000 euro, mentre al vincitore della Menzione speciale per l’ "Opera realizzata in pietra locale" è stato attribuita una somma del valore di 2.000 euro.
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