23/06/2008 - Alla poetica dell’oggetto tecnico secondo il designer e architetto francese Jean Prouvé è dedicata una importante mostra ospitata dal Museo dell’Ara Pacis dal 20 giugno al 14 settembre 2008 dopo le precedenti tappe espositive di Germania, Inghilterra, Giappone e di Palazzo Te di Mantova.
La mostra,la prima completa retrospettiva su un protagonista della storia del design che si tiene nella Capitale, inaugura una serie di importanti iniziative dedicate al design e all’architettura realizzate con il sostegno della Regione Lazio, che l’Associazione Designfest promuoverà e organizzerà in collaborazione con il Vitra Design Museum di Weil am Rhein a Roma e in altre province della Regione.
Jean Prouvé. La poetica dell’oggetto tecnico, organizzata dal Vitra Design Museum in collaborazione con il Design Museum Akihabara e il Deutschen Architektur Museum di Francoforte è curata dagli architetti Bruno Reichlin e Franz Graf. Le opere esposte provengono dalle collezioni del Vitra Design Museum, del Centre Pompidou e da altre collezioni tra cui quella della famiglia Prouvé e dei galleristi parigini Philippe Jousse e Patrick Seguin. L’esposizione, promossa da Regione Lazio e dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, ha il patrocinio dell’ufficio culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia, ed è realizzata con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.
Jean Prouvé (1901-1984) ha accompagnato il secolo scorso con la sua capacità di coniugare artigianato ed imprenditorialità del lavoro, design e architettura creando di fatto un nuovo stile. Uno stile in cui l’aspetto puramente formale del design assume un ruolo secondario per lasciare il posto all’utilità degli oggetti, alla loro economicità e all’uso ragionato dei materiali.
Questa rassegna di lavori realizzati da Jean Prouvé tra il 1924 e la metà degli anni ’70 raccoglie oltre cento opere: 50 oggetti di design (sedie, poltrone, tavole, scrivanie, banchi di scuola, letti e lampade), elementi architettonici da lui ideati, numerosi modelli di architetture – tra cui il Padiglione per il Centenario dell'alluminio a Parigi, la Casa Tropicale a Niamey in Niger, la Casa Prouvé a Nancy – una ricca selezione di disegni autografi preparati per le lezioni presso il Conservatoire National des Arts et Métiers e i prototipi – gli studi per il padiglione d’esposizione Péchiney a Parigi. Il percorso è completato da alcuni importanti documenti cinematografici sui singoli progetti.
In mostra i pezzi più importanti realizzati dal grande costruttore francese, tra cui un raro esemplare della poltrona reclinabile “Grand Repos” del 1930, in lamiere d’acciaio laccato e tela, le diverse versioni della “Standard Chair”, in alluminio e legno compensato modanato, lo scaffale realizzato nel 1952 per la Maison de la Tunisie nella Città Universitaria di Parigi, in legno e lamiera di alluminio laccato, progetto condiviso con Charlotte Perriand e Sonia Delaunay.
Il lavoro di Prouvé si è imposto all’attenzione degli esperti e del pubblico soprattutto negli ultimi anni. Infatti le sue capacità tecniche unite al senso estetico, le creazioni nel campo dell’edilizia e degli elementi costruttivi e gli oggetti d’arredo da lui disegnati hanno influenzato enormemente la progettazione architettonica e il design del XX secolo.
Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Vitra Design Museum, è curato da Catherine Dumont d'Ayot e Bruno Reichlin. Con i contributi di oltre quaranta autori e più di seicento illustrazioni unitamente ai testi dello stesso Prouvé, il volume presenta la più esauriente rassegna del lavoro d Jean Prouvé realizzata fino ad oggi.
Fonte: Ufficio Stampa Designfest
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