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Kohlloffel vince il concorso per il Gran Paradiso
Il centro di educazione ambientale ‘imita la natura nelle sue apparenze’
Autore: cecilia di marzo
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02/05/2007 - La Giuria ha concluso i lavori di aggiudicazione del Concorso nazionale di progettazione per un centro di educazione ambientale nel Parco Nazionale Gran Paradiso a Campiglia Soana proclamando vincitore il progetto con acronimo “Piceaabies” , con capogruppo l’arch. Hermann Kohlloffel.

I premi assegnati sono stati:
- 1° premio di euro 5000 al progetto vincitore con acronimo “Piceaabies” , con capogruppo l’arch. Hermann Kohlloffel.
- 2° premio di euro 3000 al progetto secondo classificato con acronimo “Transetti” , con capogruppo l’arch. Marie-Pierre Forsans.
- 3° premio di euro 2000 al progetto terzo classificato con acronimo “Ager” , con capogruppo l’arch. Paolo Mana.


Il progetto PICEA ABIES cerca di insediarsi nel Parco preservando l’equilibrio, raggiunto attraverso una lunga storia evolutiva, che “in ogni ambiente naturale ciascun componente rispetta”.

«Quando ci siamo posti la domanda su come approcciare la tematica del costruire in uno spazio naturalistico nel massimo rispetto per il luogo e per l’ambiente – affermano i progettisti - dopo alcuni passi falsi abbiamo deciso di affrontare il progetto con il tentativo di imitare la natura nelle sue apparenze e nei suoi processi temporali.
Le pigne di abete rosso cadute al suolo ed in esso metabolizzate sono state lo spunto ideativo. La pigna, corpo aereo sospeso (in vita), cade al suolo e negli incavi naturali sposa le asperità, si confonde, si trasforma ed adatta divenendo parte del nuovo luogo in cui si trova. Così l’edificio, elemento estraneo al luogo, si trasfigura in una forma della natura, si appoggia al suolo, si trasforma in parte di esso e come la pigna caduta ne diviene parte.
Una grande pigna di abete è posata sul sito in modo trasversale al declivio del terreno in parte coperta dalla natura in parte apparente al visitatore. Gli elementi in legno che formano la sua copertura hanno le sembianze di grandi brattee (scaglie legnose della pigna) tipiche della pigna semi-chiusa. La copertura avvolge l’edificio e ne costituisce le facciate così da apparire come un segno unitario. Un simbolo da attraversare, percorrere, vivere e ricordare capace di attrarre nelle diverse fasce di pubblico. Il declivio naturale del terreno, ma soprattutto la forma tesa e continua dell’edificio priva di spigoli che all’estremità sembra dissolversi nella natura, facilità l’inserimento del corpo di fabbrica nel sito.

Lo spazio organizzato su 2 livelli risulta libero sul lato est mentre si appoggia al fianco della montagna sul lato ovest adattandosi all’andamento delle curve di livello.
Questa posizione permette di creare un percorso longitudinale che si apre via-via sui diversi spazi come la serra, il bookshop, il locale ristoro, la sala riunioni e ufficio-laboratorio. L’attraversamento della “pigna” avviene con una percezione dello spazio interno ampio e luminoso. Alcune “brattee”, costituite da superfici vetrate, sono studiate nella loro posizione per fornire particolari vedute del paesaggio che insieme al percorso tematico contribuiscono a rendere più efficace la comunicazione ambientale.
Il piano del pubblico è pensato con tramezzature e separazioni tra le funzioni che permettono una percezione unitaria dello spazio. Le carpenterie in corten ed in legno formano l’ossatura della copertura fornendo anche all’interno la sensazione di uno spazio unico, speciale, con evocazioni organiche.
Una lunga parete attrezzata accompagna il visitatore per tutta la lunghezza dell’edificio, e dietro quest’ultima trovano posto i servizi logistici: dai servizi igienici, ad alcuni locali tecnici alle scale per comunicare con il piano inferiore.

L’edificio non è solo pensato per rispondere agli aspetti di integrazione formale, visiva e ambientale, ma utilizza tecniche costruttive e materiali che seguono criteri di basso impatto ambientale.
Il largo uso del legno sia per elementi portanti che per le superfici interne ed esterne consente il rispetto dei criteri sopra descritti. L’essenza definita per le ossature portanti e secondarie è l’abete che si adatta facilmente ad un esposizione esterna. Le scandole di copertura potranno essere in legno di larice a spacco montate su telai che fissati sull’orditura del sistema di copertura permetteranno un ottimale ventilazione del legno garantendo una lunga durata del rivestimento.
L’uso di collettori solari ad acqua di tipo piano, destinati alla produzione di calore, la presenza di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia, il privilegiare lo sfruttamento dell’illuminazione naturale, consentono la realizzazione di un organismo edilizio altamente sostenibile, sia nella sua realizzazione sia nel suo utilizzo.

Il progetto botanico presenta le varie colture alpine della zona con un duplice scopo: sollecitare l'attenzione sulle modalità con cui l'agricoltura ha saputo per secoli sfruttare e conservare il proprio ambiente sia con colture idonee per la sussistenza (cereali, foraggio, piante officinali), sia con la realizzazione di opere per la salvaguardia (forestazione, opere idrauliche, costruzioni); sensibilizzare i visitatori verso il recupero di certe tradizioni alpine e il rinato interesse nei confronti dell’agricoltura seppure con finalità differenti e rinnovate. Il percorso didattico proposto è volutamente articolato in: sentieri, gradonate, piazzole di sosta e terrazzamenti, punti d’intersezione. Il progetto di allestimento del sistema di comunicazione intende fornire risposte adeguate ai vari livelli di fruizione attraverso modalità differenziate: descrizioni divulgative, didattiche e scientifiche della nuova sistemazione botanica lungo alcuni itinerari possibili; messaggi di comunicazione visiva sulla storia dell’uomo e l’invenzione dell’agricoltura, le colture tradizionali e la flora spontanea, nel rispetto dei temi indicati nel bando e nei documenti allegati.
Questa scelta dei progetti integrati esalta il rapporto tra le caratteristiche naturali e antropiche del paesaggio montano, sviluppando, quindi, il tema del rapporto Uomo/Ambiente nella simbiosi tra osservazione, percezione e conoscenza della montagna del visitatore e approfondimento culturale mediato dall’attività del Centro.

I principali percorsi esterni (sentieri alpini) sono stati pensati per essere percorribili da tutti. Le pendenze non superano mai l’8% e sono previste piazzole piane ogni 10 metri al fine di agevolare la visita e creare aree di sosta adatte all’apprendimento».

  Scheda progetto: PICEA ABIES - Centro di educazione ambientale nel Parco Gran Paradiso Campiglia Soana
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PICEA ABIES - Centro di educazione ambientale nel Parco Gran Paradiso Campiglia Soana

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