23/11/2006 – Si è concluso a Fiorenzuola d'Arda il Concorso di idee per la progettazione di massima del N.E.D - Nuovo Edificio Direzionale della Zambonini S.r.l.
Il primo premio è stato assegnato al gruppo di progettazione composto dal prof. arch. Fabrizio Rossi Prodi (capogruppo), arch. Simone P.G. Abbado, ing. Pietro Carmagnini, arch. Emiliano Romagnoli, arch. Marco Zucconi.
I principi guida del progetto vincitore
«In questa proposta l’architettura deve diventare un veicolo pubblicitario dei prodotti di un’impresa, con discrezione, ma anche con la capacità di fascinazione e di proiezione nel futuro che ormai le immagini possiedono nella nostra civiltà: la trasparenza, la continua variazione dell’immagine, il cambiamento dei colori e la perdita di massa e di corporeità della materia dovevano esprimersi in un’unica visione, capace di incarnare il nuovo logo dell’azienda, di esprimere i valori dello sforzo e del lavoro collettivo di un gruppo di uomini.
Fin dalle prime battute la volontà di utilizzare la tecnologia propria della “Zambonini” per trarne il maggior profitto anche a livello estetico ha assunto un ruolo fondamentale e l’interrogativo sul “come” ha accompagnato tutta la progettazione. In questo senso è nata la “doppia facciata” .
Una pluralità di intenti si condensano intorno alla sua ideazione: la volontà di attrarre l’attenzione attraverso un grande segno rivolto alla tangenziale, la creazione di un luogo espositivo, la ricerca tecnica, quella bioclimatica e la definizione di un’immagine che fungesse anche da veicolo per la produzione, sono fra questi. La trasparenza ha travolto la massa e la liquidità della condizione moderna si esprime anche con l’abbandono dell’ortogonale, del buco nel muro, attraverso una massa incorporea, che si incurva e vive di riflessi continuamente cangianti. Per questo un’ampia curva asseconda lo sviluppo della strada ad alta percorrenza e accompagna il viaggiatore per un lungo tratto abbracciando sia l’edificio direzionale che quello destinato alla produzione pur mantenendone una indipendenza strutturale.
Una variegata e studiata mappatura dei courtain wall permette di trasformare lo schermo sordo della facciata in una superficie osmotica capace di assorbire e riverberare, le peculiarità del paesaggio piacentino; all’interno la doppia facciata diventa una galleria espositiva nella quale condurre i clienti in una sorte di visita guidata estremamente esplicativa delle capacita tecnico-artistiche dell’impresa.
Alcuni tagli caratterizzano inoltre la superficie della facciata più esterna, situati in corrispondenza delle entrate, il più importante conduce alla grande hall d’ingresso, ove si svolgono i riti e lo spettacolo del lavoro d’equipe. La hall, disposta trasversalmente all’asse dell’edificio, costituisce l’altro elemento identificativo dell’intervento, dopo la galleria espositiva posta nella doppia facciata curva.
L’articolazione spaziale della hall, fortemente caratterizzata e digradante dall’alto attraverso successivi terrazzamenti, consente una certa flessibilità d’utilizzo e una completa visibilità dei vari settori nei quali l’impresa è organizzata. Possibili strutture leggere di ripartizione spaziale potrebbero intervenire arricchendo lo spazio interno di un ulteriore elemento di distinzione e complessità. A tal proposito la soluzione graficizzata dei “box lavoro” è solo una delle possibilità che questi grandi spazi consentono, ma che attendono una precisazione rimandata a fasi successive, anche con l’impiego o lo studio di elementi di partizioni interne vetrate, sempre della Zambonini».
La giuria ha assegnato il primo premio del concorso al progetto del prof. Rossi Prodi “in quanto sintesi completa delle differenti esigenze della committenza sublimata in un’immagine finale di forte impatto mediatico e comunicazionale. L’edificio si segnala per la perentorietà e la semplicità complessiva dell’impianto, per la chiarezza e il rigore dell’approccio che non vanno però a discapito di una distribuzione interna degli spazi articolata e funzionale rispetto a quelle che sono le aspettative della committenza.
La proposta si sviluppa infatti su due livelli: da una parte definire un “edificio scultura”, veicolo forte ed innovativo di brand per l’azienda e per la sua produzione (in questo caso la facciata stessa può essere considerata come il primo e vero e proprio spazio espositivo), specie se si pensi alla localizzazione in prossimità della tangenziale. La doppia pelle, che acquista anche valenze di tipo tecnologico e di contenimento energetico, consente di considerare produzione e parte direzionale come parti paritetiche di un unico corpo, in grado di comunicare tra di loro in modo diretto ed immediato. Viene, quindi, eliminata la tradizionale gerarchia che vede il capannone produttivo come un tema da non considerarsi come progettuale a scapito della sola parte direzionale. Sull’altro livello il progetto si rivela quello maggiormente risolto anche in relazione alla distribuzione interna, sia nello sviluppo in verticale della sezione, che nella flessibilità tipologica dell’articolazione degli spazi serventi e serviti. L’utilizzo in particolare di “scatole” leggere diversamente distribuite sui piani gradinati comporta variegate possibilità di organizzazione del lavoro. Un ulteriore spunto apprezzabile del progetto consiste nell’avre concentrato l’atrio tra direzionale e produzione, configurandolo come grande hall di accoglienza e allo stesso tempo spazio di raccordo, visivo e distributivo, dei volumi della produzione e degli uffici.
Quindi, in ultima analisi, l’attenzione alle esigenze funzionali e di comunicazione del “saper fare” dell’azienda, il ragionamento non superficiale sui temi legati all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale, esplicitati in un’idea di media-building, sono i capisaldi sui quali la giuria incardina il proprio giudizio” .
La commissione ha, inoltre, assegnato altri due premi e sei segnalazioni. Il progetto 2° classificato è quello dell’architetto Domenica Caldarola, al terzo posto l’architetto Marzia Polinelli. Le segnalazioni, infine, vanno agli architetti Fabrizio Gagliardi, Paola Pleba, Cristina Sipolo, Giovanni Del Boca, Ilaria Nava, Flavio Franceschi.
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