10/09/2004 – L’apertura dei cantieri per la nuova stazione Tiburtina di Roma, il cui progetto porta la firma dell’architetto Paolo Desideri, è attesa per febbraio 2005. Prende dunque forma il primo di quattro importanti progetti destinati a rivoluzionare il volto di altrettante stazioni ad Alta velocità in Italia.
Si tratta di progetti ambiziosi, che vantano le prestigiose firme di architetti di fama mondiale: Zaha Hadid per Napoli Afragola, Norman Foster & Ove Arup per Firenze Belfiore, e lo studio francese Arep per Porta Susa a Torino. I plastici dei suddetti progetti saranno esposti alla Biennale di Venezia che dedicherà ampio spazio all’interpretazione contemporanea dell’incontro tra linee ferroviarie e contesto urbano.
Desideri definisce il progetto per la stazione di Roma Tiburtina la “più grande opera infrastrutturale urbana d’Italia”. L’intervento riguarda, infatti, 250mila metri cubi di manufatti di stazione, nonché altri 550mila metri cubi di uffici e centri commerciali destinati a sorgere nell’area circostante la stazione.
Un monumentale boulevard pedonale sospeso sopra i binari a nove metri di altezza, un grande parallelepipedo di cristallo chiuso ai due lati da vetrate e in alto da una struttura reticolare al di sopra del manufatto edilizio. L’edificio, sopraelevato e affiancato da due strade sopraelevate, ricollegherà i quartieri di Pietralata e Nomentano. Una nuova centralità urbana consentita da una sorta di Stazione-Ponte, una grande galleria pedonale che ospita volumetrie sospese della dimensione media di 300 metri quadrati con biglietterie, servizi, ristoranti e negozi – luoghi di ritrovata identità urbana.
Proprio come gli altri tre importanti progetti per le stazioni ad Alta velocità di Napoli, Firenze e Torino, la nuova stazione Tiburtina di Roma vuole coniugare – come spiega lo stesso Desideri – “il non luogo dello scalo ad Alta velocità con un radicamento estremo nei contesti locali”. Ed è attraverso la ricucitura di Pietralata e Nomentano, storicamente separate dalla ferrovia, che il progetto intende inaugurare una nuova configurazione urbana.
La grande galleria pedonale costruita sul sedime ferroviario potrà concretamente proporsi non solo come Stazione-Ponte, ma anche come grande Boulevard urbano coperto, occasione di scambio non solo intermodale ma anche sociale e urbano.
La funzione di “ponte” tra parti separate del territorio è presente anche nel progetto della Hadid per Afragola; mentre l’idea della galleria ferro e vetro appartiene anche ai progetti di Arep e Foster.
Non è un caso che dal 9 settembre sia loro dedicato, nell’ambito della Biennale di Architettura a Venezia, lo spazio dal tema “Stazioni. Luoghi per le città”. Grande conferma del contributo che l’architettura internazionale sta dando nella progettazione dei nuovi scali ad Alta velocità delle ferrovie italiane.
Il progetto complessivo per la nuova Stazione Tiburtina di Roma sarà finanziato da Comune, Stato e Tiburtina Spa, società costituita da Rfi (Rete ferroviaria italiana) privatizzabile fino al 49% e alla quale potrebbe anche essere affidato lo sfruttamento commerciale dei fabbricati della nuova stazione. Un modello destinato ad essere applicato anche nei progetti di Napoli, Firenze e Torino.
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