01/04/2019 - Lo studio italiano Giò Forma, con la gestione creativa e del progetto da Black Engineering Dwc-Llc, ha progettato la Maraya Concert Hall per il festival Winter at Tantora di Mada'in Salih, primo sito UNESCO dell'Arabia Saudita a pochi chilometri da Al-Ula.
Ciò che più sorprende di quest'opera, oltre al trattarsi di una sala da concerti nel deserto, è il suo essere rivestita di specchi. Ed è proprio da questi elementi che ha origine il suo nome. "Maraya", in arabo, significa appunto “riflessione” o “specchio”.
«È un'opera architettonica di Land Art” affermano i progettisti, “una visione creata dalla straordinaria storia naturale e sociale che lo circonda. L'installazione ospita anche un teatro immersivo e un'esposizione interattiva creata da 'Cultural Spaces' insieme all’istallazione cinetica realizzata da Leva-Todo.
Il 'maraya', un cubo gigante di specchi, è un 'oggetto – architettura' site specific, un'esperienza che ci fa riflettere sullo spettacolo incomparabile dell'epoca geologica, l'astrazione radicale dei dintorni e le singolari incursioni dell'uomo nel paesaggio.
Il cubo di specchi evidenzierà l'ambiente circostante invece di competere con la natura. Unico nel suo genere, questo stesso paesaggio diventa uno spazio espositivo.
La scenografia, incomparabile nel suo genere esplora un'immersione completa nel sito, creando un'esperienza indimenticabile. L'installazione si adatta rispettando i l paesaggio circostante, riflette e rivela la bellezza di ciò che è considerato 'il segreto meglio custodito'».
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