21/09/2017 - Un luogo unico per lavorare, un vasto spazio estroverso, i cui valori dell’architettura si aprono verso l’esterno, grazie alla trasparenza e alla luminosità. Un intervento rispettoso della memoria industriale del complesso, votato ora alla contemporaneità grazie ai concetti di sostenibilità e smart working. Si tratta del progetto del Prysmian HQ a Milano, dello studio Maurizio Varratta Architetto e DEGW, brand del Gruppo Lombardini22.
La vasta struttura è composta da quattro corpi di fabbrica intervallati a loro volta da due serre bioclimatiche: spazi vetrati a tripla altezza caratterizzati dalla presenza di aree verdi, luoghi di relazione e sistemi di collegamento orizzontali e verticali che connettono tra loro i vari corpi di fabbrica destinati agli uffici.
L’edificio nella sua forma originale era stato realizzato nel 2001, con l’obiettivo di preservare la memoria del suo passato industriale attraverso il mantenimento e la ristrutturazione dell’involucro edilizio, ricreando con la stessa tecnologia costruttiva alcune parti nuove mancanti e recuperando le vecchie strutture esistenti rivestendole con una nuova pelle.
Nel 2011 Prysmian Group, leader mondiale nella realizzazione di cavi per applicazioni nel settore dell’energia, delle telecomunicazioni e di fibre ottiche, decise di presentare un progetto di riconversione dell’area molto ambizioso che prevedeva il suo riutilizzo e recupero come sede degli uffici e dei laboratori.
Il complesso edilizio avrebbe, quindi, conservato la sua vocazione produttiva ma doveva necessariamente rimodificarsi per adattarsi alle nuove necessità d’uso anche in funzione delle nuove esigenze energetiche e ambientali.
La conservazione dell’immagine, degli ingombri e delle geometrie iniziali dell’intero complesso è stata quindi rivisitata secondo le mutate esigenze d’uso e in funzione di una sostenibilità ambientale ormai irrinunciabile. Il progetto di Maurizio Varratta ha previsto di ripartire in maniera diversa la superficie edificabile liberando e svuotando le campate del fabbricato: attraverso questo processo di diradamento e all’introduzione di coperture vetrate, si è ottenuto un miglior sfruttamento della luce solare. Il nuovo edificio non consuma suolo vergine, segue i principi del “costruire sul costruito”, utilizza anche parte delle vecchie fondazioni, non ha parti interrate e quindi non sono stati necessari nuovi scavi. I materiali con cui è stato costruito sono in parte riciclati e tutti riciclabili.
A caratterizzare la sede milanese di Prysmian Group concorrono soprattutto le serre a tripla altezza, di collegamento con i blocchi uffici. Con queste oasi verdi completamente fruibili si ottengono sensibili vantaggi legati all’illuminazione naturale, alla regolazione del microclima e migliori prestazioni energetiche complessive. Le serre contribuiscono in modo significativo al miglioramento della qualità del lavoro in team, attivando dinamiche flessibili e informali in cui la relazione professionale cresce grazie al dialogo, alla collaborazione e al benessere ambientale.
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