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Iris Tondo

Domus Urban Stories – The Unconventional Guide to Milan
Una guida internazionale e 15 grandi firme per una lettura non convenzionale della città
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07/04/2017 - Cosa è Milano oggi? Cosa ha e cosa le manca? Se è vero che nel post Expo ha subito notevoli trasformazioni, quali di queste hanno segnato con più forza e positività il volto della città? E pensando al domani, cosa merita di diventare?

A pochi giorni dall’apertura della Design Week 2017, Domus - la rivista internazionale di architettura e design con quasi novant’anni di pubblicazione alle spalle - presenta Domus Urban Stories – The Unconventional Guide to Milan una guida internazionale che racconta, descrive e consiglia la Milano contemporanea post Expo.

Nel farlo dà vita ad una sorta di sondaggio corale per il quale coinvolge quindici rappresentanti del mondo della cultura, dell’arte, del design e dell’architettura. A Ronan Bouroullec, Maurizio Cattelan, David Chipperfield, Marco De Vincenzo, Naoto Fukasawa, Massimiliano Gioni, Jacques Herzog, Mimmo Jodice, Ross Lovegrove, Jasper Morrison, Jain Bijoy, Alice Rawsthorn, Lia Rumma, Studio Swine, Benedetta Tagliabue il mensile chiede un giudizio che a volte si tramuta in una confidenza, a volte in un consiglio e infine in un desiderio, avente come unico e imprescindibile fil rouge il capoluogo lombardo.

Ne risulta la percezione di una città architettonicamente dinamica, come spiega Benedetta Tagliabue “Milano è una città che è sempre stata dinamica, che non è bloccata dalla troppa monumentalità, che può permettersi di avere icone nuove. Può permetterselo e ne ha anche bisogno. In questo momento lo sta facendo con la Fondazione Feltrinelli, la Fondazione Prada e può fare in modo che si venga a visitare la città anche per la sua architettura contemporanea.

Gli aspetti positivi della trasformazione sono dare ai cittadini una buona considerazione di sé stessi e di entrare nello spirito di desiderare cose migliori per la propria città” e urbanisticamente solida come afferma David Chipperfield “credo che sia una gran qualità. La struttura urbanistica di Milano è così nitida che i vari edifici vi si integrano in modo molto convincente. Non è una città esuberante, ma mi pare che abbia una solidità eccezionale”.


Condivisa dalla maggioranza dei contributors la qualità prodotta dalle opere di matrice privata come Fondazione Feltrinelli di Herzog & de Meuron e Fondazione Prada di Koolhaas/OMA che risultano essere le architetture recenti che più di altre hanno segnato positivamente il volto della città, seguite dal complesso di Porta Nuova (ad esempio per Maurizio Cattelan) dalla riqualificazione dell’Hangar Bicocca (per Lia Rumma) e dal progetto del Bosco Verticale (per Mimmo Jodice).

“Uno dei nuovi edifici più notevoli è la Fondazione Feltrinelli di Herzog & de Meuron. La trasparente libertà dell’architettura migliora la zona circostante con la stessa bellezza e la stessa generosità con cui l’editoria letteraria agisce nei confronti della società. D’altra parte l’esperienza della Fondazione Prada Milano è un mondo diverso. Non solo si vede una grande arte contemporanea, ma lo spazio stesso pare trascendere la realtà. Quando si attraversano i nudi cortili sotto il sole di mezzogiorno ci si sente proprio come in un quadro di Giorgio De Chirico. È uno spazio d’arte che fa da punto di riferimento, pensato per trasformare la zona a livello locale, ma fa anche di Milano una meta al di là del Salone del Mobile” (Studio Swine).

Più eterogenee invece le visioni sul futuro della città e in particolare sul cosa oggi manca: se per Rumma e Gioni la differenza la farebbero dei luoghi istituzionali dedicati all’arte e alla cultura contemporanea come una Galleria Nazionale, per Tagliabue – come per Herzog e Jain - Milano dovrebbe investire sulle aree verdi e sulle parti d’acqua “Mi piacerebbe una città dove emergessero di più tutte le parti d’acqua – perché Milano è una città d’acqua – e dove ci fossero più cinture verdi collegate tra di loro che consentano movimenti piacevoli. Io penso che se impariamo dall’acqua – cosa che stiamo facendo con il progetto Scali Milano – avremmo una sorpresa perché Milano è collegata con l’acqua attraverso tutto il suo entroterra che è ormai densamente popolato – uno dei posti più densamente popolati d’Italia – e si potrebbero seguire queste linee d’acqua. Dobbiamo riscoprire le linee d’acqua che esistevano, appoggiarci a esse perché possono diventare un’occasione per un altro tipo di mobilità in città”.

Un concetto in parte ripreso ed esteso da Morrison che immagina un giardino botanico di livello mondiale all’interno del Parco Sempione. Per Chipperfield invece il punto debole della Milano d’oggi è l’assenza della pianificazione urbanistica: “Forse Milano dovrebbe guardare a come affrontava la modernità negli anni Sessanta e Settanta invece che stare a guardare come Londra o altre città se la cavano con gli investimenti. Oggi la grande sfida di tutte le città sta nel come fare a venire a patti con gli investimenti in assenza di una pianificazione urbanistica forte. E mi pare che sia un problema, per Milano, perché finora non ci si è costruito molto”.

Più visionario il punto di vista del designer Ross Lovegrove: “Milano trarrebbe vantaggio da certe fantastiche sculture pubbliche, da un sistema di tram elettrici ipermoderno e da fonti energetiche condivise per la purificazione dell’aria e l’illuminazione della città”.

Raccogliendo le varie testimonianze Domus cerca di ritracciare, aggiornandole, le “tappe” fondamentali di un percorso cittadino. Nascono così cinque itinerari - The Monumental Milan, The Mineral City, The Rising City, A Stroll for Flâneurs, The Polycentric Centre - che rendono protagonisti sia i quartieri più centrali facilmente attraversabili a piedi sia alcuni angoli più isolati cosiddetti “extra” ovvero grandi quartieri residenziali e terziari realizzati nel corso degli ultimi quarant’anni, in zone ambigue a cavallo tra l’essere e il non essere in centro.

Ai capitoli in cui la Guida è suddivisa ne segue uno non scritto che Domus racconterà a tutti i visitatori della Design Week tramite l’inedita installazione Domus Urban Stories - Milano Next allestita nel nuovo spazio Copernico di Tortona33 nel cuore del Tortona District (preview stampa lunedì 3 aprile). Una mostra-evento a percorsi tematici dove Milano viene analizzata, raccontata e immaginata.

Una messa a fuoco della dimensione macro e micro della città resa possibile attraverso indicatori analitici e macro-dati che si materializzano tridimensionalmente e si mescolano ai desiderata dei quindici interlocutori, un allestimento “immersivo”, curato da DONTSTOP Architettura, fucina culturale milanese attiva dal 2011.

Nel percorso narrativo di “Milano Next” anche uno spazio domestico “del futuro” in cui sono inserite le nuove tecnologie per la casa connessa di Samsung - main Partner - che con un grande focus sulla ricerca anticipa soluzioni innovative e interpreta i mutevoli stili di vita delle persone. In particolare nella cucina, ambiente domestico per eccellenza e spazio che rappresenta il termometro dei vari mutamenti stilistici, le nuove tecnologie vengono accolte più rapidamente e facilmente, perché proprio la cucina si modella più fedelmente ai bisogni e ai modi di vivere di ognuno di noi.
 

  Scheda evento:
Mostra:
04-09/04 SPAZIO COPERNICO, VIA TORTONA 33, MILANO
Milano Next Domus


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