25/05/2015 - È percorribile il primo dei due ponti ciclopedonali progettati da Lombardini22, interventi che si inseriscono nell’ambito del più ampio schema di riqualificazione delle alzaie del Naviglio Grande e del Canale Villoresi verso il Ticino, tratti fondamentali dell’anello verde-azzurro del progetto Vie d’Acqua di EXPO Milano 2015.
Nel cuore di un’area detta “La Mesopotamia milanese”, eccezionalmente densa di attività creative, tecnologiche, artigianali e nella quale da molti anni Lombardini22 si sta spendendo con progetti di valorizzazione di una rete di relazioni d’eccellenza, il ponte è una preziosa occasione per creare intense connessioni di qualità: in questo caso, una qualità tecnica, e architettonica, oltre che urbana e paesaggistica, ma soprattutto esperienziale, che sappia fare dell’attraversamento un momento rallentato del tempo urbano, dando valore all’idea di connessione lenta, come un tema di questo genere richiede. In particolare, il progetto di un ponte pedonale è una questione di estremo interesse non solo per la sfida tecnico-costruttiva che lancia, ma per la sua portata culturale, per i valori simbolici che mette in gioco, in particolar in un contesto ricco di storia come il Naviglio milanese.
Il sistema dei Navigli milanesi ha in passato rappresentato un eccezionale sistema di irrigazione per le campagne e un sistema territoriale di connessione per beni e persone; per poi diventare in epoca più recente, un elemento di divisione e di ostacolo allo sviluppo del sistema viario della città. Ora i nuovi ponti possono essere una significativa occasione di ritrovare la continuità urbana che apparteneva a Milano.
“Quasi tutti i ponti oggi esistenti hanno un indiscutibile valore dal punto di vista paesaggistico, storico e spesso artistico - spiega Marco Amosso, capoprogetto dell’intervento. “Ponti in pietra, in muratura, calcestruzzo o ferro, rappresentano il momento storico nel quale sono stati realizzati e sono testimoni dei fatti che hanno caratterizzato la storia dei luoghi e dei milanesi. Oggi sono in forte crisi da un punto di vista funzionale, perché non è più accettato, oltre che ammesso, essere discriminati nell’uso di un’infrastruttura come un ponte. Si tratta, a nostro modo di vedere, di scegliere cosa privilegiare. I ponti esistenti hanno ad oggi privilegiato la navigabilità dei Navigli. Non era prescindibile. Noi pensiamo, forse, che oggi non sia più 'prioritaria' la funzione navigazione, mentre riteniamo che la continuità urbana e la connessione 'lenta' di qualità, lo sia. Abbiamo iniziato a pensare ad un nuovo ponte sul Naviglio in questa chiave. Si è pensato, all’inizio che fosse prioritario attraversare. Si è così immaginato che un ponte sostanzialmente in piano fosse la soluzione migliore del tema: massima connessione, attraversamento indipendente per tutti i fruitori, di qualunque categoria, minimo impatto visivo, sia dell’attacco al suolo che del ponte stesso, oltre all’idea di una piacevole vicinanza all’acqua”.
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